«Vieni ti aiuto io» poi la violenta Giovane disabile stuprata in una baracca

«Vieni ti aiuto io» poi la violenta Giovane disabile stuprata in una baracca
Nel quartiere la cercavano in ogni angolo, mentre lei sola e indifesa, e con le sue insicurezze mentali, era in balia di un orco che per una notte l'ha violentata in una...

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Nel quartiere la cercavano in ogni angolo, mentre lei sola e indifesa, e con le sue insicurezze mentali, era in balia di un orco che per una notte l'ha violentata in una baracca, non lontano da Ponte Marconi.


E' stata una nottata da incubo quella vissuta dalla paziente di una clinica psichiatrica di San Paolo ai primi di luglio, e finora tenuta sotto stretto riserbo per blindare le indagini. La giovane, sulla trentina e la maturità di una bambina, mentre faceva la solita passeggiata nei dintorni ha avuto la sfortuna di incontrare un anziano, un romeno di sessant'anni che, dopo averla rassicurata l'ha portata nella sua baracca, dove, tra lamiere, topi e materassi sudici, ne ha abusato più volte.



L'INCONTRO

«Forse hai perso la strada di casa. Vieni con me ti aiuterò», l'inganno era stato servito così. La ragazza è stata rintracciata il giorno dopo da un altro passante. Aveva i vestiti malmessi, lo sguardo stralunato, non lontano da alcune baracche, in un ambiente non suo. «Ti sei persa? Come ti chiami? Perché piangi? Chiamiamo la polizia». L'orco - poi identificato per Costantin Spanu, sessanta anni e fedina penale praticamente pulita - era uscito e al rientro ha trovato ad aspettarlo gli investigatori del commissariato di Monteverde che lo hanno arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Nella sua casa malmessa, controllata a tappeto come le altre, era stato ritrovato un calzino ed altri indumenti della vittima. Ma poi la prova regina è stata riscontrata con le visite mediche e con gli esami biologici.

Clorinda (il nome è inventato per garantire l'anonimato della vittima) quella notte così lontano da tutto e tutti, nella baracca con l'orco, l'ha raccontata nei giorni scorsi a piazzale Clodio nell'incidente probatorio chiesto dai pm titolari dell'inchiesta Claudia Terracina e l'aggiunto Maria Monteleone, del pool per i reati sessuali, davanti al gip Giacomo Ebner. Lei, trent'anni e la maturità di una bambina di sei, forse otto anni, l'ha raccontata in maniera semplice, passo passo con il sostegno di una psicologa forense.



L'INDAGINE


Ora la procura per Constantin Spanu, l'anziano che ha approfittato di una ragazza disabile per dare sfogo ai suoi istinti, ha firmato la richiesta di giudizio immediato, il rito che davanti all'evidenza della prova porta gli indagati direttamente a giudizio. La vittima, confortata dalla famiglia e dai suoi assistenti, ha dovuto cominciare un altro percorso terapeutico di supporto per superare la paura e il senso di disorientamento. Quella sera di luglio in clinica era scattato l'allarme intorno alle sei. Clorinda non era rientrata. Minuto dopo minuto la preoccupazione è cominciata a crescere. E la paura più orribile che potesse esserle capitato qualcosa di grave è diventata realtà quando, finalmente, il mattino successivo è stata rintracciata. Era viva, ma scossa, sconvolta. La procura, però, ha accertato che non ci sarebbero responsabilità da parte degli addetti della struttura, nel quartiere di San Paolo. Clorinda, come gli altri pazienti, infatti, poteva uscire e fare una passeggiata.

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Il Messaggero