L’addio di Di Maggio: festa tra vino rosso, canti e ricordi​

L’addio di Di Maggio: festa tra vino rosso, canti e ricordi
Un po’ Rambo de noantri, un po’ il mitico Otello Celletti. Il comandante Tonino Di Maggio è andato in pensione e dopo anni vissuti un po’ contromano ha...

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Un po’ Rambo de noantri, un po’ il mitico Otello Celletti. Il comandante Tonino Di Maggio è andato in pensione e dopo anni vissuti un po’ contromano ha deciso di appendere paletta e fischietto al chiodo. E per chiudere in bellezza, non si è fatto mancare una festa in cui si respirava tutta l’essenza dello stile Di Maggio. Molto pop e senza fronzoli. In un agriturismo a Turania, di cui fu anche sindaco, tra Lazio e Abruzzo, ha ospitato caraffe di vino rosso, carne alla brace, burle tra amici, ricordi di operazioni epiche e certo, un karaoke con cori insaziabili.


A dettare la linea lo storico amico Giancarlo Magalli, fresco del grado onorifico di tenente colonnello dei vigili, consegnatogli da Di Maggio in persona e Padre Massimo, cappellano del Corpo. Immancabile la presenza dell’assessore al personale Antonio De Santis, con cui l’ormai ex comandante ha condiviso battaglie, emozioni e qualche scampagnata. E a rendere onore al “comandante” poi (con la c perché con la K sarebbe Vasco) colleghe e colleghi di una vita. Per lui, Di Maggio, Rambo Di Maggio, il Sergente di ferro Di Maggio, la pensione è un concetto troppo idilliaco. E già si narra che continui a camminare per le strade di Roma a innaffiare di legalità ogni centimetro di asfalto. Ovviamente alla sua maniera: «Aò, o ti sposti o te faccio la multa, se semo capiti?». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero