«Andavo da cinque mesi a consumare droga in via dei Lucani». È il turno del secondo testimone nell'ambito dell'incidente probatorio per la vicenda di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Desirée, accusa-choc del pusher: «Viva se fosse rimasta con i genitori»
LE INCOMPRENSIONI
Minteh, dopo che un co-imputato aveva chiesto di poter fare dichiarazioni, ottenendo risposta negativa, avrebbe urlato in arabo incitando a dire la verità. L'exploit non sarebbe però stato gradito dal giudice dell'udienza preliminare Clementina Forleo che avrebbe fatto allontanare dall'aula il 45enne senegalese. L'udienza è stata inoltre popolata di numerose incomprensioni con gli interpreti, che hanno avuto difficoltà a tradurre le parole del testimone, ma che dopo un lungo sforzo sono riusciti a rendere chiaro il racconto del teste. Dopo il colpo di scena della scorsa udienza, dove la difesa di Yusif Salia aveva presentato al procuratore aggiunto Maria Monteleone e al sostituto Stefano Pizza una denuncia per abbandono di minore all'indirizzo dei genitori di Desirée, si attende ora l'ultimo atto che precederà la decisione del giudice. A distanza di quasi un anno dall'arresto degli imputati infatti, i termini per la scarcerazione si avvicinano. Un'evenienza che i pm e i familiari della giovanissima vittima, certo non vedrebbero come positiva. Desirée Mariottini, secondo i pm, quella notte di ottobre è stata uccisa «usandole violenza mediante costrizione delle braccia e delle gambe». E i suoi aguzzini la avrebbero costretta a subire «ripetuti rapporti sessuali».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero