I Vannini lo hanno sempre sostenuto. Senza quei buchi neri dell’indagine sull’omicidio del loro figlio Marco, «tutto sarebbe stato più chiaro». E lo...
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Caso Vannini, legale dei genitori commmenta l'azione disciplinare: «Il pm ha raccolto una montagna di prove»
Delitto Vannini, sparita la maglietta che Marco indossava il giorno della sua morte
Di quello sparo, avvenuto in bagno mentre Marco era in vasca, si è assunto la responsabilità Antonio Ciontoli, ex sottoufficiale della Marina nei servizi. I carabinieri eseguirono i rilievi, coordinati dalla procura di Civitavecchia. Ma forse non tutto sarebbe stato svolto approfonditamente, anzi con «negligenza» avrebbe ritenuto il Guardasigilli. Diversi nodi irrisolti. A cominciare dal mancato sequestro di casa Ciontoli. E a seguire con il non utilizzo del luminol, né sulla scena del crimine, né nelle altre camere. «Ci aveva sorpreso – aggiunge Valerio Vannini - sia il fatto della casa non posta sotto sequestro che del luminol». Non sarebbero però i soli punti contestati. Gli investigatori non ascoltarono i vicini di casa. Furono i coniugi Tommaso Liuzzi e Verona Esposito, residenti in via De Gasperi, a presentarsi dai carabinieri 20 giorni dopo l’omicidio per raccontare quello che avevano sentito. Vicini di casa che poi testimoniarono in Corte d’assise.
«Del passato ne abbiamo parlato – conclude il padre della vittima, - ci importa che i Ciontoli paghino per quello che hanno fatto. Per tutti deve essere riconosciuto omicidio volontario». Parla l’avvocato dei Vannini. «Non commento l’iniziativa del ministro, - dice Celestino Gnazi - è doveroso notare che il pm ha contestato l’accusa di omicidio volontario quando ci credevano solo le parti civili, ha ottenuto il rinvio a giudizio e la successiva condanna di Antonio Ciontoli per omicidio volontario; ha chiesto la condanna per omicidio volontario anche per i familiari. Mi sembra che la Cassazione abbia confermato l’iniziale ipotesi accusatoria». Iniziativa di Bonafede criticata dai legali di Ciontoli. «Ha avallato il processo mediatico – sostiene Andrea Miroli - per altro il pm ha portato avanti la tesi di omicidio volontario con dolo eventuale, su cui non siamo d’accordo».
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Il Messaggero