Danilo Lucente ucciso a Centocelle, il killer ha un nome: ricercato un calciatore. Una prostituta la supertestimone

L’aggressione a causa di un parcheggio. Ricercato l’ex calciatore tunisino Abidi

Danilo Lucenti ucciso a Centocelle, c’è una supertestimone: una prostituta ha visto la lite per il parcheggio fatale al militare
«Questo posto è mio», «ma che ca.. vuoi?»: prima la lite per il parcheggio poi il pestaggio mortale. Spunta una supertestimone nell’omicidio...

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«Questo posto è mio», «ma che ca.. vuoi?»: prima la lite per il parcheggio poi il pestaggio mortale. Spunta una supertestimone nell’omicidio del caporal maggiore dell’Esercito Danilo Salvatore Lucente Pipitone, picchiato fino alla morte in via dei Sesami a Centocelle nella notte tra venerdì e sabato.

 

Danilo Lucente, il militare ucciso a pugni a Roma: ricercato il tunisino Mohamed Abidi

 

Omicidio di Centocelle, c’è una supertestimone

Si tratta di una prostituta romena habituè del vicinissimo viale Palmiro Togliatti. La donna ha raccontato di avere visto il 44enne (in quel momento fuori servizio) litigare furiosamente con un’altra persona, probabilmente saltata fuori da un’auto che si era accostata alla Panda del militare parcheggiata vicino a un cassonetto degli abiti usati. «Questo posto è mio», avrebbe detto l’uomo alla guida. «Ma che vuoi?», la risposta di Lucente. Da lì la lite finita nel peggiore dei modi. Per l’omicidio c’è un sospettato, dunque. La Squadra mobile ricerca un tunisino di 33 anni, Mohamed Abidi, stella del calcio nordafricano arrivato in Italia circa dieci anni fa per giocare con il Bologna. Una carriera stroncata sul nascere per via dei documenti non regolari. Poi l’escalation criminale: un’accusa di violenza sessuale e rapina alle prostitute in zona San Giovanni, a Roma, nel 2015 (da cui è stato assolto); quindi i guai per droga e ricettazione che lo portano prima nel carcere di Regina Coeli, poi in quello di Rieti. Uscirà nel 2018.

 


LA COMPAGNA

«Non lo sento da sabato mattina - dice ora la compagna in lacrime, una ragazza romena madre di tre figlie, che preferisce restare anonima - mi ha chiamata per chiedermi come stavamo io e le bambine, non mi ha detto niente solo che mi avrebbe richiamato, che si sarebbe fatto sentire lui. Dopo il silenzio, il telefono è spento, sono preoccupata, non può avere fatto una cosa del genere. Era rientrato da cinque mesi dalla Svizzera dove era andato una volta uscito dal carcere, voleva rifarsi una vita qui a Roma. E lui non si è mai sottratto alla giustizia anche quando è stato accusato ingiustamente. Spero che si presenti alla polizia, magari attraverso l’avvocato, per chiarire tutto. Mi sembra di vivere un incubo». Mohamed non viveva insieme alla donna, ma si appoggiava a casa di amici. Tutto a due passi da via dei Sesami.


UN TIPO VIOLENTO
Chi lo conosce a Centocelle parla, comunque, di una persona violenta, che non era nuova ad attaccare brighe e a menare le mani. «Una volta ha gonfiato di botte due energumeni sulla Togliatti, nonostante lui sia piccolino di statura. Guai a farlo arrabbiare diventa una belva», dicono dei residenti. A fare il suo nome sarebbe stato un italiano, un suo amico, messo sotto torchio negli uffici della Questura e poi rilasciato. Era lui ad avere noleggiato la Fiat 500 Abarth immortalata dalle telecamere mentre si allontanava da via dei Sesami e nell’abitacolo sarebbero state rinvenute impronte del tunisino. «Mohamed non ha la macchina, lui gira a piedi o con gli amici», spiega ancora la compagna. Intanto la Scientifica sta setacciando anche la Panda del militare alla ricerca di ulteriori elementi utili alle indagini.


 «Ho difeso Mohamed Abidi nel 2017 quando era a Regina Coeli per una piccola quantità di hashish, ma quando un anno dopo è stato scarcerato da Rieti, dove era stato trasferito, è andato in Francia e da lì non ho più avuto sue notizie. Secondo me non è il tipo da commettere un gesto tanto efferato, è sempre stato molto remissivo con me, una persona tranquilla», ha commentato all'Adnkronos l’avvocato Antonino Lastoria.
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Il Messaggero