A Roma ormai i pappagalli sono talmente grossi che portano sulle spalle autisti Atac @missNormaJane Pachidermi...
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Pachidermi volatili, ecco che cosa sono questi terribili pappagalli che soprattutto a Roma Nord sono accampati. Come guerrieri pronti a colpire gli altri abitanti di questa sorta di Arca di Noè chiamata Capitale. Capita di assistere a scene così, da safari all’incontrario. L’altro giorno una colf filippina passava davanti al giardino incolto e devastato, pieno di topi, vipere, cartacce ed erba in modalità giungla, che si trova dietro alla piscina Aquaniene, zona (o zoo) Moschea. Di colpo, un pappagallo, sia pure non pachidermico e perciò particolarmente agile, le si avventa addosso. La prende a beccate sul collo, mentre lei scappa e poi si rifugia in un palazzo di via Pezzana. Viene medicata. E’ sgomenta. Le viene spiegato che l’aggressore, ormai ben conosciuto, appartiene alla razza “parrocchetto del collare”, che è della famiglia degli Psittaculidi. Stavolta alla filippina è andata (quasi) bene. Se si fosse spinta verso Saxa Rubra magari l’avrebbe incornata il toro che gira da quelle parti. O se fosse andata verso la Cassia, si sarebbe potuta imbattere nei cinghiali affamati. Se poi la colf avesse preferito finire divorata, in un boccone solo e in compagnia di qualche ratto, da un bel gabbiano, avrebbe avuto l’imbarazzo della scelta: Roma Nord, Roma Centro o Roma Sud? Tanto, ormai, l’antropocentrismo ha ceduto ovunque il passo all’animalismo. E buon appetito.
mario.ajello@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
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