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Aumentano i medici di famiglia disposti a fare i tamponi rapidi ai pazienti (1.700 in tutta la Regione Lazio su 4.600 convenzionati) ma ecco che spunta una nuova grana: se prima bisognava aspettare l’arrivo dei kit, adesso che è partita la distribuzione dei tamponi mancano però i locali per svolgere i test.
Al crescere della disponibilità dei medici di famiglia e dei pediatri (dopo un’iniziale reticenza) non è seguita automaticamente la possibilità di sfruttare le stanze degli ambulatori. Spazi troppo piccoli, senza doppi ingressi o doppie sale d’attesa per garantire tutte le misure di sicurezza sono i principali intoppi che di fatto impediscono gli esami negli studi privati. Le singole Asl avrebbero potuto mettere a disposizione dei medici dei locali alternativi all’interno delle proprie strutture, come tra l’altro indicato anche dalla Regione Lazio, ma quelli esistenti sono pressoché tutti pieni. Morale? Si vira sui centri anziani (oggi chiusi agli utenti) e sulle parrocchie.
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Le soluzioni
«Ho scritto al X Municipio per chiedere se avessero degli spazi da poterci concedere e ci hanno accordato l’uso di alcuni centri anziani», spiega il dottor Fabio Valente, medico di famiglia dell’Asl Roma 3.
Nei cortili delle chiese
In campo però scendono anche le parrocchie: «Don Fabrizio ci ha aperto le sue braccia - aggiunge Andrea Liberti medico di famiglia dell’Asl Roma 2 - la parrocchia di Santa Maria della Consolazione in via Aldo della Rocca si è messa a disposizione per farci eseguire i test e siamo in contatto con il Vicariato per capire se ci sono anche per altri colleghi parrocchie disponibili in zone diverse da quella dove opero, l’area di Villaggio Azzurro, Torrino, Mostacciano». La disponibilità crescente dei medici tenderà ad alleggerire - come previsto dalla Regione Lazio - il carico sui Sisp, i Servizi di igiene e sanità pubblica anche se il lavoro per loro non sarà azzerato. Sempre Liberti: «Abbiamo ricevuto i tamponi rapidi in saponetta, quelli cioè per i quali di fronte a una positività è necessario un tampone molecolare di conferma». Che non sarà svolto dai medici ma ricadrà sempre sui Sisp e dunque sui drive-in.
Covid Italia, il bollettino di oggi 23 novembre 2020: 22.930 nuovi casi e 630 morti. Calano attualmente positivi e terapie intensive
Sono 22.930 i nuovi contagi da Covid in Italia secondo l'ultimo bollettino del ministero della Salute. I morti sono 630. A 11 mesi dall'inizio dell'emergenza, l'Italia supera quindi la soglia delle 50mila vittime per Covid. Secondo i dati del ministero della Salute il numero dei morti è arrivato a 50.453, con un incremento rispetto a ieri di 630.
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Il Messaggero