Covid Lazio, terapie intensive sature: è emergenza anestesisti

Cercansi disperatamente anestesisti nel Lazio. Ne mancano almeno 200 da aggiungere ai 1.350 in attività, senza i quali la Regione non riuscirà ad aprire gli 80 posti...

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Cercansi disperatamente anestesisti nel Lazio. Ne mancano almeno 200 da aggiungere ai 1.350 in attività, senza i quali la Regione non riuscirà ad aprire gli 80 posti letti di terapia intensiva in più annunciati nei mesi scorsi e di fatto non ancora operativi per mancanza di personale. Quello dell’assenza di medici per la rianimazione - semplicemente non ci sono sul mercato - è un problema atavico della sanità italiana: si sconta il combinato disposto tra blocco del turn over e numero chiuso nelle facoltà di medicina. Le selezioni aperte in questo momento sono risultate un flop e non è bastato richiamare i pensionati. «Ci vorranno almeno 5 anni per recuperare il tempo perso», spiega il professor Quirino Piacevoli, presidente Aaroi-Emac. Il tema però diventa più cogente con i malati Covid che nel Lazio stanno prendendo d’assalto le terapie intensive, sempre più vicine alla saturazione: l’ultimo bollettino sanitario del Lazio parla di 379 posti già occupati, vicini al tetto massimo di 450 previsto nella cosiddetta fase 4 dell’organizzazione ospedaliera.

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Senza contare che già oggi, in queste strutture, non viene rispettato lo standard minimo di presenza, cioè un medico ogni 4 pazienti. Siamo almeno al doppio. Senza anestesisti le terapie intensive non entrano in funzione. Al riguardo, alla fine dell’anno scorso, la Regione aveva disposto l’apertura di 80 posti in più, per arrivare a 550 totali, anche attraverso l’installazione di prefabbricati. Ma di fatto, sul versante pubblico, sono operativi soltanto parte dei letti allo Spallanzani e al San Giovanni a Roma e al San Camillo de Lellis a Rieti. Per il resto, anche considerando le 470 postazioni sulla carta, registrano problemi di operatività per mancanza di personale le rianimazioni dell’Umberto I, del Pertini o del Sant’Eugenio. Anche perché, stando alle disposizioni regionali congelate per il Covid, ogni quattro posti letto deve esserci un anestesista per turno, che diventano almeno il triplo se spalmati nel corso della giornata. Senza dimenticare che queste strutture sono fondamentali anche per le normali attività operatorie no Covid.

IL BOLLETTINO


Intanto la curva dei contagi tra Roma e Lazio non sembra arretrare. Sempre l’ultimo bollettino ci dice che, a fronte di 37mila test tra antigenici e molecolari, i nuovi positivi sono 1.593, dei quali 856 nella Capitale. Più in generale si sono avuti 32 decessi (-13 rispetto alle 24 ore precedenti), 1.696 i guariti, mentre crescono i ricoverati: sono 3.029, quasi mille in meno rispetto ai 4mila letti disponibili.
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Il Messaggero