Monterotondo si muove contro l'Hiv: «Non scordiamoci dell'Aids a causa del Covid»

Monterotondo, capitale della Sabina, è la cittadina più grande a nor di Roa lungo la Salaria
Monterotondo dice, dal cuore della Sabina, a nord est di Roma, una cosa non secondaria nell’epidemia: il Covid non è l’unica disgrazia di cui si può...

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Monterotondo dice, dal cuore della Sabina, a nord est di Roma, una cosa non secondaria nell’epidemia: il Covid non è l’unica disgrazia di cui si può morire sulla Terra e c’è il rischio di dimenticarne altre perfino più insidiose come l'Aids. Così l’Associazione “Altrestrade” si è messa a disposizione del Comune per fare prelievi che rivelino la presenza nel sangue dell’Hiv - il quasi dimenticato ma pericolosissimo Hiv - il virus che provoca l’Aids e si trasmette principalmente con rapporti sessuali non protetti da preservativo.

 


“Altrestrade” si occupa da anni di problemi legati alla droga e alla sessualità. Domani pomeriggio, sabato, i volontari saranno nei pressi del locale “Papel”, in via Oberdan, nel centro della capitale della Sabina a nord-nord-est di Roma.Chi vuole avere informazioni o fissare un prelievo può anche telefonare al 346.0045055 o collegarsi su internet al sito dell’associazione digitando semplicemente una parola: “Altrestrade”.

 


L’associazione ha legami forti con il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Tor Vergata nella periferia romana. Come dire che, in caso di positività, c’è subito una “corsia” lungo la quale si può essere indirizzati. L’Hiv nel sangue, se non “frenato” con i farmaci, provoca l’Aids, la sindrome da immunodeficenza acquisita che in quarant’anni ha ucciso nel mondo 35 milioni di persone. Le vittime in Sudafrica l’anno scorso, tanto per dire, sono state 72 mila. Giulia Canchini, 29 anni, educatrice e pedagogista, è una delle animatrici di “Altrestrade”. «L’Hiv c’è ancora, anche in Italia - dice - e tanti non sanno ancora che con le cure può essere bloccato. Noi cerchiamo di raggiungere tutti coloro che per qualche motivo non si rivolgono ai servizi sanitari». Lotta a un virus che tanti hanno rimosso dalla mente.

 

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Il Messaggero