Il restauro del Colosseo griffato Tod's, non altro che la più titanica operazione di recupero sponsorizzata da un privato, finisce di nuovo nell'occhio del ciclone....
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL LOGO
La Corte dei Conti bacchetta. Chi? L'amministrazione pubblica. I dubbi riguardano in primo luogo, la «quantità e durata dei diritti concessi allo sponsor». Nel mirino finisce l'utilizzo del logo, dunque. Ma non solo. «L'originario avviso pubblico - si legge nella nota della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello stato - aveva previsto che i diritti d'uso fossero concessi per la durata dei lavori», ma nel contratto si stabilisce che «i diritti dello sponsor si protraggono per i due anni successivi alla conclusione dei lavori allo stato completati in minima parte». E ancora: secondo l'accordo, i diritti concessi all'associazione Amici del Colosseo, espressione dello sponsor, «avranno una durata di quindici anni a partire dalla data della sua costituzione eventualmente prorogabili». Il risultato è «che, a fronte di una esclusiva sicuramente ultraventennale, il corrispettivo pagato dallo sponsor ammonta a euro 1.250.000 ad anno». Un exploit inaspettato, visto che proprio poco tempo fa i tecnici del Mibact erano stati sentiti in audizione dalla Corte per spiegare i dettagli dell'accordo con Tod's. E dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo precisano che «in realtà l'associazione Amici del Colosseo non si è mai costituita».
L'ARENA
«Di ufficiale la Corte dei Conti non ha ancora mandato nulla, apprendiamo la notizia dalla stampa», replica Rossella Rea direttrice del Colosseo, precisando che i ritardi sulla seconda fase dei lavori «sono dovuti al fatto che abbiamo dovuto abbinarla alle indagini preventive per la ricostruzione del piano dell'arena. Ma il bando è partito, sono già intervenute le ditte per svolgere i sopralluoghi». L'architetto Pia Petrangeli, responsabile del procedimento dell'accordo con Tod's chiarisce: «La Corte ha elaborato una relazione sullo stato dell'arte dei rapporti di partenariato pubblico-privato riferito all'ultimo triennio in Italia. Tra i casi esaminati c'è il Colosseo, in quanto più rilevante i termini di contributo erogato da un privato».
Già perché il bello della relazione è che registra un contributo complessivo triennale di circa 26 milioni in tutta Italia, di cui 25 per il Colosseo. Cioè il tesoretto donato da Della Valle alla Soprintendenza di Roma. «Le osservazioni riguardano tutta la gestione dei rapporti pubblico-privato - conclude la Petrangeli - e chiaramente c'è qualche suggerimento anche per il Colosseo». Sul Colosseo si invita, in particolare, a «dare impulso, in considerazione dei notevoli ritardi accumulatisi, all'attività di progettazione ed esecuzione dei lavori». In casa Tod's sospirano, per l'ennesima staffilettata da parte della burocrazia italiana. «I tempi si allungano? Non è colpa nostra». E il pensiero vola al bando per il famoso centro servizi del Colosseo, dotato di biglietteria, bookshop e servizi igienici (5 milioni). Il terzo e ultimo intervento coperto dalla sponsorizzazione di Della Valle, il bando più a rischio ritardi perché annullato a dicembre 2015, per essere rimpiantato. Ma da Tod's sono sereni: «Sui lavori c'è stato uno slittamento, ma suppongo che il bando venga realizzato entro il 2016 e l'opera completata entro due anni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero