Incidente Corso Francia, Pietro Genovese sarà interrogato dal gip il 2 gennaio

È fissato per la prossima settimana, il 2 gennaio, l'interrogatorio di garanzia di Pietro Genovese, il 20enne accusato di duplice omicidio stradale per avere investito...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È fissato per la prossima settimana, il 2 gennaio, l'interrogatorio di garanzia di Pietro Genovese, il 20enne accusato di duplice omicidio stradale per avere investito e ucciso con il suo Suv due sedicenni, Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann, la notte tra sabato e domenica scorso in Corso Francia. Da ieri pomeriggio il giovane si trova agli arresti domiciliari a casa su richiesta della Procura. Subito dopo Capodanno l'indagato affronterà l'atto istruttorio davanti al gip Bernadette Nicotra. Si tratterà del primo vero confronto con gli inquirenti dopo l'interrogatorio svolto nell'immediatezza dei fatti durante il quale Genovese, ancora in stato di choc, ha sostanzialmente affermato di non avere visto le due 16enni attraversare la strada.


LEGGI ANCHE --> Incidente a Corso Francia, i genitori di Gaia: «Ricostruzioni imprecise: nostra figlia era responsabile»

Su quanto accaduto i genitori di Gaia rompono il riserbo osservato in questi giorni e tramite il loro legale, l'avvocato, Giulia Bongiorno, chiedono «rispetto per il dolore e silenzio» ma annunciano che quando troveranno «le parole diremo la nostra sulle tante ricostruzioni diffuse dai media con leggerezza: Gaia era piena di gioia di vivere, era anche matura e responsabile».

Dalle carte dell'indagine emergono, al momento, alcune certezze: Genovese stava correndo, aveva un tasso alcolemico superiore al consentito ma emerge anche che le ragazze hanno attraversato la strada con il semaforo rosso, tenendo «una condotta - scrive il gip - vietata, incautamente spericolata, così concorrendo alla causazione del sinistro mortale». Nell'ordinanza il gip cita una serie di testimoni che concordano sul fatto che la velocità dell'auto guidata da Genovese, a bordo della quale c'erano due passeggeri, «era sostenuta», superiore ai 50 chilometri orari. Nel provvedimento il gip afferma inoltre che nell'incidente ha influito anche «un'illuminazione della strada colposamente insufficiente».
«Una velocità prudenziale e una condizione di sobrietà in rapporto alla prossimità di un attraversamento semaforico - afferma il giudice-, all'insistenza di un affollato agglomerato urbano, con locali notturni assai frequentati soprattutto di‪ sabato sera‬, di un asfalto bagnato a causa della pioggia, di una scarsa visibilità per causa di illuminazione insufficiente, avrebbe, con ogni probabilità, permesso all'indagato di meglio controllare il

veicolo mettendo in atto manovre di emergenza per arrestarlo davanti a ostacoli prevedibili». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero