Coranavirus, i pazienti positivi ricoverato allo Spallanzani di Roma sono 126 Ieri erano 140). Di questi, 22 pazienti necessitano di supporto respiratorio. I pazienti dimessi e...
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«Il 20 aprile, inizierà l'attività delle Usca-R Unità di intervento territoriali composte da professionisti, medici e infermieri, che in 800 hanno aderito al Bando della Regione Lazio e che sotto la direzione dell'assessore alla Salute, responsabile dell'Unità di crisi regionale, con il coordinamento dell'Inmi Lazzaro Spallanzani, svolgeranno un'attività di sorveglianza attiva sulle Case di Riposo, Case alloggio per anziani, e Pazienti a domicilio, anche con modalità 'drive in', in sinergia con i Sisp delle Asl del Lazio». È quanto si legge sul bollettino odierno dell'Inmi Spallanzani.
Le conseguenze sul cuore
«Da quello che abbiamo potuto riscontrare finora dagli esami autoptici condotti allo Spallanzani, le vittime di Covid-19 muoiono per scompenso cardiorespiratorio». A parlare sul Corriere della Sera dello studio condotto in collaborazione con Franca Del Nonno, responsabile di Anatomia patologica, e Nicola Petrosillo, direttore del Dipartimento clinico, è Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto Spallanzani, specializzato in malattie infettive.
«Tutti i pazienti - spiega - presentano una polmonite bilaterale interstiziale associata ad una vasculite, ovvero una forte infiammazione dei vasi sanguigni. Inoltre sia il cuore che i polmoni vanno in fibrosi. Che vuol dire che si ispessiscono e si affaticano fino a che non reggono più». Ed è per questo che molti parlano dell'utilità di una terapia con l'eparina, concorda l'esperto. «Ma voglio innanzitutto ricordare una cosa - precisa - che questo è un virus che stiamo studiando adesso e che la cosa importante è che le persone guariscano. Comunque all'inizio, con i primi pazienti che ci siamo trovati a trattare, ovvero i due turisti cinesi di Wuhan, abbiamo usato degli antivirali combinati e l'azitromicina che è un antibiotico, ma lo abbiamo utilizzato per la sua azione antinfiammatoria. Su chi è ricoverato in terapia intensiva è invece molto efficace» l'antivirale "remdesivir"
Successivamente, spiega Vaia, «abbiamo notato che la forte infiammazione che questo virus scatena produce interferone e interleuchina, che attivano i sistemi coagulativi.
Il Messaggero