Coronavirus Roma, Scuola, settembre a ostacoli. «Mancano aule e computer»

Coronavirus Roma, Scuola, settembre a ostacoli. «Mancano aule e computer»
Se la parola d’ordine è “distanziamento sociale” per le scuole la strada della riapertura è tutta in salita. Sarà difficile infatti che, per...

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Se la parola d’ordine è “distanziamento sociale” per le scuole la strada della riapertura è tutta in salita. Sarà difficile infatti che, per settembre, gli affollatissimi istituti romani riescano a creare classi con un massimo di 20 alunni, sempre che l’ampiezza dell’aula lo permetta. E anche laddove si dovesse optare per un sistema misto - studenti in classe e didattica a distanza - non ci sono sufficienti strumenti, vale a dire pc e tablet. 


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Partiamo dalle aule: all’appello mancano migliaia di classi: sarà infatti necessario attivarne 6.800 in più: mille per la scuola materna statale frequentata da circa 95 mila bambini, le elementari con gli oltre 178 mila alunni, le medie per 118 mila studenti e le superiori con gli oltre 182 mila ragazzi. Ma per tutte queste aule in più, oggi inesistenti, sarà necessario anche assumere docenti. «In questi giorni – denuncia Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi di Roma – dagli uffici scolastici regionali stanno arrivando gli organici alle scuole per il prossimo anno e sono previste classi terze delle superiori con 30 alunni. A settembre sarà impossibile garantire la sicurezza: le classi con 25, 27 e addirittura 30 alunni sono inammissibili».

Sono giornate frenetiche quindi, nelle segreterie scolastiche, proprio in vista della ripresa. «Al liceo Mamiani – spiega la preside Tiziana Sallusti – potremmo far lezione alternando i ragazzi in presenza e in collegamento online da casa, a settimane alterne». Al liceo scientifico Primo Levi potrebbe essere data la precedenza ai ragazzi delle classi prime: «Farei frequentare almeno gli studenti del primo anno – spiega il preside Stefano Sancandi – non conoscono la scuola, i docenti e i compagni. Come potrebbero lavorare in gruppo, restando online senza conoscersi?». E veniamo adesso al secondo aspetto, al risvolto della medaglia. Ovvero gli strumenti che servirebbero - e che ora mancano - per permettere a ogni studente di poter seguire la scuola anche da casa.


In queste settimane di didattica a distanza non sono mancati i problemi: connessioni lente o sovraccariche e mancanza di dotazioni. Non tutti gli studenti della Capitale hanno pc e tablet e ci sono famiglie con più di un figlio e un solo computer in casa che serve anche ai genitori per lo smart-working. Il ministero dell’Istruzione ha annunciato il finanziamento di 80 milioni di euro per le scuole al fine di acquistare i supporti. In vista di settembre, però, la situazione è stata fotografata dall’Associazione nazionale presidi: il 38% degli studenti delle elementari non ha mezzi, ne serviranno 67.640. Per quelli delle medie le dotazioni necessarie ammontano a 28.320, ovvero il 24% del totale dei ragazzi e alle superiori il deficit è di 36.400 tra pc e tablet perché il 20% degli studenti al momento è sfornito di mezzi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero