Coronavirus Roma, Santa Maria Maggiore, campane stonate: «Serve il tecnico, è bloccato a Bergamo»

Coronavirus Roma, Santa Maria Maggiore, campane stonate: «Serve il tecnico, è bloccato a Bergamo»
Il suono è rallentato, quasi stonato, la musica che ogni giorno accompagna le giornate dei romani a Monti e all’Esquilino ormai è cambiata. Anche le campane...

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Il suono è rallentato, quasi stonato, la musica che ogni giorno accompagna le giornate dei romani a Monti e all’Esquilino ormai è cambiata. Anche le campane della basilica di Santa Maria Maggiore soffrono, sembrano soffocate quasi da un pianto. «Un segnale» dicono i residenti. «Sappiamo dei problemi – risponde padre Diego dalla basilica – abbiamo chiamato i tecnici, ma ancora non sono arrivati».


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L’azienda che gestisce la manutenzione dell’impianto è di Bergamo, una delle città più martoriate dal Covid-19 e ha difficoltà a raggiungere la Capitale per l’emergenza coronavirus. E così, da diverse settimane il suono del tempo scandito dal campanile è diverso. «Sembra il suono della cassa di una batteria giocattolo per bambini», dice Paola Morano, residente storica dell’Esquilino. Il campanile più alto di Roma continua a vigilare sulla Capitale, ma non ha più una gran voce. Qui, quando morì papa Giovanni Paolo II, si consumò il triste rito del campanaro: su uno dei pannelli della sagrestia c’è un pulsante con la scritta “man”, (“uomo”, ossia manuale), poi il tasto di colore verde con la scritta “funebre”.


È quello che viene spinto quando un Papa non c’è più, quando le campane suonano a morto. Successe nel mondo, successe qui, nella basilica di Santa Maria Maggiore anche nel 2005. Anche ieri sul sagrato della basilica che tanto piace a papa Francesco, si è svolta la messa, perché i divieti per l’emergenza coronavirus vietano ancora assembramenti. Cambia il suono delle campane, cambiano anche le messe ai tempi del coronavirus, ma non i riti. Come è accaduto nel quartiere Trieste quando padre Raffaele Giacopuzzi ha deciso di arrampicarsi lungo la scala, ha issato con alcune funi delle casse e un microfono e ha detto la messa sul tetto della parrocchia di Santissima Trinità a Villa Chigi, in via Filippo Marchetti. Racconta che ama la montagna e pensa sempre a scalare vette per «andare sempre più su» perché in realtà il suo cuore «è già in cima». Intanto i romani aspettano che le campane della basilica tornino a segnare il tempo. Ma quando? «Presto verrà un tecnico» fanno sapere dalla basilica.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero