Aperti o chiusi i supermercati di Roma nel giorno di Pasqua e Pasquetta? La materia è oggetto di discussione in queste ore negli uffici della Regione Lazio. Secondo...
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Dalla Regione Lazio fanno sapere che si sta valutando o meno l'opportunità di emanare una seconda ordinanza per ribadire il concetto, senza imporre la chiusura totale per due giorni consecutivi e questo anche per evitare possibili assembramenti fino a giovedì e trovare poi una nuova ressa alla riapertura martedì prossimo. Al momento la linea che sembra andare per la maggiore è di lasciare le aperture per mezza giornata, ovvero dalle 8.30 alle 15.00. È in corso anche un confronto con il governo e con altre Regioni, per capire come muoversi di concerto. Anche se alcuni enti hanno già sciolto il nodo. Quattro Regioni ad esempio - Sicilia, Veneto, Abruzzo ed Emilia Romagna - hanno deciso la chiusura totale sia a Pasqua e Pasquetta, mentre la Calabria e il Friuli-Venezia Giulia hanno varato lo stop solo per il giorno Pasqua. Ma la Regione Lazio sembra essere propensa a evitare le chiusure per 48 ore.
I PUNTI VENDITA
C'è da tenere però in considerazione il grado di autonomia delle singole realtà commerciali perché se la Regione non imporrà le chiusure non è detto che alcuni supermercati decidano lo stesso di lavorare e di restare aperti anche se per poche ore. Tant'è vero che il mondo Coop, ad esempio, ha già adottato una policy per i giorni di Pasqua, dettando una stessa linea per i punti vendita della Capitale e per quelli disseminati sull'intera Penisola. «Abbiamo deciso la chiusura per il giorno di Pasqua», spiega Massimo Pelosi, a capo delle relazioni istituzionali per Coop nel Lazio. Questo significa che una cinquantina di punti vendita a marchio Coop o Doc Roma non serviranno i clienti domenica prossima. A Pasquetta però «Chi vorrà potrà aprire, non abbiamo dato indicazioni - conclude Pelosi - così come hanno fatto altre catene tra cui, ad esempio, la Conad. In questo periodo non è semplice prendere questa decisione. Optare per una chiusura di 48 ore se da una parte farebbe riposare i dipendenti dall'altra potrebbe portare a un effetto di congestione sulle giornate precedenti e su martedì prossimo». La riflessione è stata espressa - e condivisa - dalla Regione. Che si trova in questi impegnata a sciogliere anche un'altra questione: la vendita di oggetti di cartoleria dentro ai supermercati.
I PRODOTTI DI CARTOLERIA
Attualmente, secondo il Dpcm, è permessa la vendita di beni considerati di prima necessità. Alimenti, bevande, frutta e verdura in primis. E così in molte catene di grandi supermercati gli scaffali che offrono oggetti di cartoleria - penne e quaderni per intenderci - o sono stati coperti o sono stati riempiti da avvisi che recitano vendita vietata. Eppure aumentano giorno dopo giorno le domande di famiglie con figli che seguono la didattica a distanza bisognose di questi prodotti. Per non parlare degli universitari. Sui social si inseguono a ritmo sfrenato le richieste di studenti che vanno in cerca di attività dove comprare quaderni, fogli, ma anche cartucce per stampanti. Le cartolerie sono chiuse, i grandi supermercati hanno vietato la vendita ma molte piccole attività, come i negozi di detergenti, ad esempio, vendono tranquillamente la cancelleria contravvenendo alle regole e alimentando una concorrenza sleale per tutte quelle attività commerciali specifiche che sono chiuse. La Regione Lazio, pertanto sta valutando, di concerto con il governo, se permettere ai supermercati - senza riaprire altri negozi - di vendere almeno i prodotti di cartoleria. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero