Spesa sì, ma senza sfruttare la scusa di fare provviste per vagare in giro per la città, magari andando al centro commerciale o a svariati chilometri...
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UNO-DUE CHILOMETRI
L'input del prefetto Gerarda Pantalone, in carica dall'estate scorsa e ora chiamata a gestire in prima linea l'emergenza virus nella Capitale, è di fermare anche chi va a spasso, magari nei centri commerciali rimasti aperti per il comparto alimentare. A quel punto sarà possibile incrociare i dati con l'indirizzo di residenza. Perché un conto è andare a fare la spesa a 1-2 chilometri da casa, un altro è trovarsi dall'altra parte della città, con in tasca il modulo scaricato sul web con scritto che si è fuori per approvvigionamenti vari. Naturalmente molto è lasciato al buonsenso degli uomini delle forze dell'ordine, i quali possono valutare, caso per caso, ogni giustificazione.
FUORI CON IL CANE
Stesso discorso riguarda chi va a passeggiare o a correre all'aperto, per tenersi in forma ora che le palestre sono state chiuse per decreto, sempre con l'obiettivo di arginare il virus. Il Ministero dell'Interno, sul suo portale, ha spiegato che «lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti». Indicazioni di cui terranno conto anche gli agenti a Roma. Pure il ministro Francesco Boccia, ha chiarito: «Non si poteva fare una norma che vietasse di uscire per un giro del palazzo, per la spesa, per portare fuori il cane, ma andare a cena da amici è assolutamente sconsigliabile. La passeggiata al parco si può fare, ma già a correre si mettono in difficoltà gli altri». Anche portare fuori il cane è permesso, ma a certe condizioni: «Sì, per la gestione quotidiana delle sue esigenze fisiologiche e per i controlli veterinari», ha informato sempre il Viminale.
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Il Messaggero