Coronavirus Roma, Sos sangue, in 2mila vanno a donare. Nei laboratori anche De Rossi e Verdone

 Quasi duemila unità di sangue donate soltanto tra ieri e venerdì. Contro le 350 di giovedì scorso. E in alcuni ospedali della Capitale c’era anche...

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 Quasi duemila unità di sangue donate soltanto tra ieri e venerdì. Contro le 350 di giovedì scorso. E in alcuni ospedali della Capitale c’era anche la fila per farlo. L’emergenza plasma non è ancora rientrata, ma dopo gli appelli di politici, calciatori (l’ultimo è stato Daniele Rossi) e di attori come Carlo Verdone, si è invertita la tendenza, che - nei giorni del coronavirus - ha visto crollare le donazioni, perché molta gente ha paura ad avvicinarsi agli ospedali e di contrarre il virus.



Coronavirus, manca il sangue: appello ai donatori Uscire di casa è legittimo Dove donare nel Lazio - di Paolo Ricci Bitti



Proprio l’ex capitano della Roma De Rossi si è affidato ai social e ha chiesto uno sforzo in più: «Non abbiate paura, è un gesto di grande altruismo che bisogna continuare a fare perché c’è grandissima necessità di sangue nel Lazio e non solo».
 

Stefania Vaglio, direttrice del centro sangue della regione Lazio, si dice «commossa per le tantissime persone che sono venute in queste ore: da venerdì le donazioni sono quasi triplicate. Li ringrazio tutti. Ma c’è ancora molto da fare». Il medico spiega che «per essere autosufficiente il nostro territorio ha bisogno di raccogliere circa 700 unità di giorno. Nell’ultimo periodo la tendenza era molto negativa: sia perché la gente, con l’allarme coronavirus, ha timore a frequentare gli ospedali anche se non ci sono rischi, sia perché, con le disposizioni di contenimento, sono chiuse tutte quelle attività come scuole o industrie, dove andavano con frequenza i nostri camper per la raccolta». Al momento, quindi, è stata superata l’emergenza, che aveva messo a rischio anche il normale calendario delle sale operatorie. «Per almeno una decina di giorni - aggiunge la dottoressa Vaglio - stiamo tranquilli. Ma ora serve una spinta in più: visto che il sangue scade dopo 42 giorni, chiedo ai cittadini di prendere appuntamento nelle strutture sanitarie, in modo da poter meglio organizzarci e spalmare la copertura su più giorni e non avere più problemi di questo genere». 
 
A donare in queste ultime ore sono stati soprattutto i ragazzi. «Ma c’è stata gente - fa notare Vaglio - che l’ha fatto in questi giorni per la prima volta, anche sull’onda della campagna di sensibilizzazione e degli appelli pubblici di alcuni personaggi famosi». Tra questi, ieri, si è dato da fare anche l’ex capitano della Roma, Daniele De Rossi, che si è presentato all’Ospedale San Camillo con la moglie, l’attrice Sarah Felberbaum, e che ha anche girato un video pubblicato sui social e sul sito salute della Regione Lazio per sensibilizzare la gente. «In questo periodo di emergenza che stiamo vivendo - ha spiegato - c’è grossa carenza di sangue nel Lazio e in Italia in generale. Il concetto che vorrei passasse è che c’è grande sicurezza, ci sono medici attrezzati. La gente ha smesso di donare il sangue per paura di uscire di casa, di contrarre il virus, di essere contaminata in queste strutture. Ma ce ne sono di apposite dedicate all’accoglienza dei donatori». Per poi concludere: «Il mio messaggio è: non abbiate paura, è un gesto di grande altruismo che bisogna continuare a fare perché c’è grandissima necessità di sangue nel Lazio e non solo».


Come De Rossi anche Francesco Acerbi, difensore della Lazio e della Nazionale, ha chiesto ai romani «un piccolo sacrificio» perché «è urgente». Stesso appello anche dalla squadra della Roma e dall’attore Carlo Verdone: «Nel Lazio manca sangue, c’è disperato bisogno di sangue perché sennò molte persone che hanno bisogno di trasfusione la pagheranno molto cara e noi non possiamo permetterlo».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero