All'Ama quattro dipendenti ogni dieci sono a casa e non arruolabili. Con punte del 60 per cento in alcune zone. Sono in malattia, in ferie, in permesso parentale oppure in...
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La stima sulle assenze in Ama è stata comunicata lunedì scorso durante un vertice tra il capo del personale, Marcello Bronzetti, e i sindacati alla prima riunione del comitato di controllo, la cabina di regia per gestire le operazioni di messa in sicurezza del personale dal rischio di contagio del coronavirus. Cioè già prima che si sapesse che si era ammalato un capo operaio della sede di Rocca Cencia, adesso ricoverato allo Spallanzani. Ma il numero degli assenti potrebbe presto salire, da quanto l'ISS ha comunicato che dove c'è una quarantena i rifiuti da differenziare (carta, vetro o plastica) vanno riposti nel cassonetto dell'indifferenziato in almeno due sacchetti, uno dentro l'altro, a sua volta chiuso ermeticamente e con una fascetta di riconoscimento per segnalare il pericolo. In quest'ottica ieri la Regione Lazio ha emesso un'ordinanza, che chiede ai Comuni e alle municipalizzate di organizzare appositi servizi di raccolta, molto simili a quelli per i rifiuti ospedalieri. La procedura, almeno a Roma, non è ancora partita, ma tanto è bastato per mandare nel panico i dipendenti.
DEFEZIONI
Qualcosa in più si capirà nella cabina di regia di oggi tra Ama e sindacati. Intanto, spiegano dalle sigle, «questa notizia finirà per aumentare il numero di persone che si metteranno in malattia o in ferie, come prevedono i decreti del governo per gestire l'emergenza: un numero che potrebbe superare di gran lunga il 50 per cento. E a quel punto, avremmo problemi a gestire la raccolta».
Con una produzione di rifiuti minore al solito - viste l'assenza di turisti nella Capitale e la chiusura di bar, ristoranti e di uffici - il servizio registra dei rallentamenti legati soprattutto in periferia o alla raccolta della differenziata. Non a caso dal I e dal II Municipio, cioè dal Centro storico, le presidenti Sabrina Alfonsi e Francesca Del Bello, hanno consigliato all'Ama di ridurre i servizi in questi quadranti, per concentrare meglio l'operatività nelle zone più decentrate. Una soluzione alla quale sta guardando anche l'azienda, che ha già ridotto il personale nel porta e porta o l'orario di accesso ai centri di raccolta. E sono due le opzioni che si stanno studiando in via Calderon de La Barca per evitare problemi: da un lato, sarebbe già pronto un piano per rimodulare i servizi di raccolta, concentrando più personale e giri dei camion nei quartieri dove c'è più emergenza a scapito del Centro dove c'è meno domanda; dall'altro, potrebbe essere affidata a una ditta esterna specializzata (si starebbe valutando anche la Roma Multiservizi) la gestione dei rifiuti prodotti da persone contagiate, per tranquillizzare i propri lavori. Intanto l'ad di Ama Stefano Zaghis, replicando alle critiche dei sindacati, ribadisce che la municipalizzata «sta mettendo in campo il massimo sforzo e tutte le misure possibili di protezione e tutela dei lavoratori sono state tempestivamente attivate e vengono costantemente adeguate in ragione dell'evolversi della situazione».
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Il Messaggero