La piccola cittadina di Nerola nella provincia di Roma, diventata zona rossa dopo l'exploit di contagi da Covid-19, si trasforma ora in «laboratorio biologico per studio...
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IL CLIMA
Nel laboratorio Nerola, come da giorni lo chiama la sindaca Sabina Granieri, si registra un clima di grande soddisfazione. Come se il prezzo chiamato a pagare dalla popolazione, blindata e inaccessibile, abbia di colpo senso. «Siamo molto soddisfatti - spiega la prima cittadina - La collaborazione con lo Spallanzani è nata dopo i miei ripetuti appelli per ottenere l'istituzione del laboratorio Nerola e il direttore sanitario dell'ospedale, il dottor Vaia, mi ha rassicurato sull'interesse per Nerola come caso di studio. Sin dall'inizio, ho chiesto a Asl e istituzioni la possibilità di eseguire più tamponi possibili o di mettere in atto studi sperimentali così che la nostra popolazione possa essere analizzata per dare un senso alla condizione in cui ci troviamo. Non solo per noi, ma per l'Italia. Domenica ho scritto al presidente della Regione, Nicola Zingeretti e all'assessore Alessio D'Amato nella quale auspicavo che il nostro comune potesse diventare utile alla comunità scientifica e oggi (ieri, ndr) sono arrivate le risposte che aspettavo».
LA PREPARAZIONE
Da ieri nella tensostruttura allestita all'interno della zona rossa oltre ai tamponi vengono eseguite le analisi previste dalla sperimentazione. I cittadini verranno contattati telefonicamente comunicando l'orario in cui devono presentarsi al centro prelievi così da evitare assembramenti e agire in sicurezza. «I ricercatori spiega Granieri hanno richiesto un elenco dei residenti di Nerola con un'età che va dai 12 anni in su e, in base a un criterio specifico, hanno selezionato 189 persone da sottoporre a un triplo esame (prik test, analisi del sangue e tampone). Da questo campione riusciranno a capire l'evoluzione del virus all'interno della nostra comunità e gli eventuali anticorpi utili a individuare un vaccino in grado di combattere il Covid-19». Parallelamente prosegue l'esecuzione dei tamponi faringei e nasali. Finora ne sono stati eseguiti 473. Della maggior parte oggi sono attesi i risultati. La priorità è stata data a chi accusa sintomi (febbre, tosse, raffreddore), ai parenti dei positivi e alle persone che sono entrate in contatto con loro. Attualmente, ai 72 casi della casa di riposo Maria Immacolata se ne aggiungono altri cinque. Tra loro c'è una dipendente del centro di distribuzione Amazon di Passo Corese (Ri).
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Il Messaggero