La Regione Lazio ha rescisso i contratti con la Ecotech, la ditta al centro nei giorni scorsi di polemiche rispetto all’invio delle mascherine anti-contagio. A fronte...
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Di qui la decisione notificata ieri, con contestuale intimazione a restituire il denaro già ricevuto entro cinque giorni. «Visto il mancato rispetto di tutti i termini concessi alla società Ecotech Srl, compreso quello legato alla mancata consegna della merce con volo del 23 aprile - si legge nella nota ufficiale - e preso atto che la Ecotech pur avendo proposto di completare le forniture non è stata in grado di dare certezze sui tempi e sulle modalità, la Regione Lazio ha deciso di procedere alla risoluzione dei contratti con la suddetta società». Ciò, è spiegato ancora, ha «la conseguenza di intimare alla Ecotech di restituire il denaro ricevuto entro 5 giorni, (pena l’escussione della polizza fideiussoria appositamente rilasciata), nonché di risarcire tutti i danni subiti e subendi per effetto della sua condotta colpevole. È evidente che la Regione Lazio si considera parte lesa e tutelerà in tutte le sedi competenti i propri diritti e quelli dei cittadini del Lazio».
Questo nuovo atto nella intricata vicenda degli ordini alla Ecotech, una società che fino a poco prima aveva commerciato in lampadine, ha scatenato le reazioni delle opposizioni alla governance che chiedono, ora, le dimissioni dei vertici. «La Regione è parte lesa ma non i suoi rappresentanti», tuona il capogruppo della Lega Lazio, Orlando Angelo Tripodi, parlando di una vicenda «arricchita da ombre e bugie». «Come si fa ad affidare ad una piccola società una commessa di decine di milioni di euro?», chiedono le opposizioni.
Nel frattempo, le scorte di mascherine nei magazzini della protezione civile regionale non languono. Nei locali sono sistemati 16 milioni di dpi, di cui 13 milioni di mascherine e considerato che la Regione ne distribuisce 300mila al giorno, nel breve termine, sono sufficienti. Dal 6 aprile, infine, l’acquisto dei dispositivi è stato centralizzato dal super commissario Arcuri per cui non compete più agli enti locali.
Il Messaggero