«Zero tutele, ora salvate il turismo». I balneari lanciano il loro grido di allarme. Dopo l’indotto aereoportuale, il turismo balneare comunale con i suoi 120...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Con la pubblicazione a fine 2019 sul Bollettino regionale sembrava che i contributi potessero arrivare da un momento all’altro – spiega un gestore la cui struttura è stata colpita da una tromba d’aria – invece, nonostante la documentazione consegnata, non abbiamo più saputo nulla, non erano grandi cifre ma potevano fare comodo ora». Specie dopo un inverno complicato per la costa di Fregene Sud e per il resto del litorale, ancora una volta martoriato dall’avanzata del mare. Cabine, ristoranti, piscine, molto è stato danneggiato dalla forza delle onde con l’emergenza coronavirus a dare il colpo di grazia finale a una possibile risalita del settore.
Altra incognita non di poco conto è rappresentata dall’impossibilità per i gestori dall’ordinanza regionale di poter accedere agli stabilimenti e fare manutenzione: «Nessuno sembra rendersi conto del lavoro che c’è dietro spiagge pulite, attrezzate e pronte ad accogliere i clienti – spiegano a Federbalneari – non si allestisce un arenile in dieci giorni, ci vogliono mesi». Per questo la categoria ha sollecitato la Regione Lazio a poter riprendere quanto prima l’attività di manutenzione degli impianti. «Una decisione presa già da tempo da altre regioni come l’Emilia Romagna e seguita ieri dalla Liguria – aggiungono i gestori – del resto solo per togliere tutte le macerie lungo Fregene Sud e riparare i danni ci vorranno molte settimane. Sempre ammesso che ci si arrivi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero