L’obiettivo del tribunale di Roma è recuperare tutte le udienze perse durante l’emergenza Covid-19 nell’ultimo quadrimestre dell’anno. Progetto...
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Coronavirus, a Roma iniziano le udienze in videconferenza
Coronavirus Roma, «Giustizia, si riparte a maggio», il piano del presidente del tribunale. E i penalisti: detenuti allo stremo
Il piano si fonda su due pilastri: da un lato viene annullata la preferiale per i magistrati. Un periodo di tempo che va dall’undici luglio sino alle fine del mese, in cui i sostituti e i giudici iniziano le loro vacanze. Il secondo è un accordo con la procura che sposterà a gennaio 2021 le richieste di rinvio a giudizio differibili. Questo per non ingolfare ulteriormente il tribunale con nuovi processi.
Il progetto è, comunque, suscettibile di modifiche. Di fatto è subordinato all’emergenza Coronavirus: qualora dovesse registrarsi un nuovo picco di contagi in autunno è auspicabile una nuova riduzione delle udienze anche nei mesi finali del 2020. C’è, inoltre, un altro aspetto da considerare, non secondario. Il magistrato, infatti, che ha pianificato la ripartenza post Covid è andato in pensione, si tratta di Francesco Monastero. Adesso il compito di portare avanti la macchina della giustizia capitolina è nelle mani del vicario, Antonino La Malfa. In attesa che il Csm, a questo punto dopo l’estate, nomini il nuovo presidente del tribunale di Roma.
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Nel frattempo l’attività della giustizia romana procede lentamente. Dal 12 maggio al 31 luglio è iniziata la terza fase auspicata da Monastero. L’attività a piazzale Clodio e a viale Giulio Cesare è vicina al 35%. Al penale si celebrano in pratica un massimo di 3-4 udienze per sezione, di solito sono 10 con picchi anche di 20. In modo tale da non intasare le aule, come accade di solito quando ci sono troppe persone che le gremiscono tra legali, imputati e personale amministrativo. A settembre si spera, appunto, che i tribunali potranno ritornare a regime.
Critici rispetto alla condizione attuale e scettici rispetto ad una ripresa totale dell’attività giudiziaria a partire da settembre, sono gli avvocati. Ieri mattina a Piazzale Clodio il presidente e tutti i componenti del Consiglio direttivo della camera penale di Roma, come forma di protesta contro la paralisi della «giustizia» si sono levati simbolicamente la toga.
«Una visione miope e timorosa impedisce una effettiva ripresa. A nulla sono serviti i nostri solleciti - spiega il presidente della camera penale di Roma, Cesare Placanica - sulla mancanza di chiarezza e sui criteri di scelta delle poche cause da trattare e le riaperture degli uffici. L’unico modo che abbiamo per rendere pubblica questa incredibile situazione è quella di scollarci la nostra seconda pelle: la toga. Oggi inutile e inutilizzata». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero