Coronavirus, l'infettivologo dell'Ifo: «Ancora niente baci e abbracci la curva Covid dipende da noi»

Dottor Luigi Toma, infettivologo dell'Ifo, i dati sono più o meno stazionari da giorni. «L'andamento delle...

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Dottor Luigi Toma, infettivologo dell'Ifo, i dati sono più o meno stazionari da giorni.

«L'andamento delle ultime settimane fa pensare a una stabilizzazione dei nuovi contagi che tende verso il basso e rende oggettivo un dato: il virus nella regione non ha avuto una circolazione così intensa come in altre, la prova definitiva si avrà nella fase 2 quando le distanze sociali saranno ridotte. Dovremo stare molto attenti a livello di sistema sanitario regionale a identificare focolai che potrebbero far innalzare la curva».
Sarà una libertà vigilata.
«Il virus lo veicoliamo noi, le misure di distanziamento sociale nei prossimi mesi saranno di aiuto per la salute di tutti noi e per gli anziani e fragili. Al di là delle misure restrittive non dovremo ricominciare la vita di sempre, sarà faticoso per le nostre abitudini culturali e mi riferisco alle famiglie dove ci sono genitori che per il loro lavoro si sono abituati a tenere dentro di sé i propri sentimenti. Purtroppo ancora niente baci e abbracci, manifestazioni di affetto in famiglia».
Dobbiamo ancora stare attenti.
«Il distanziamento sociale era l'unico modo per ridurre la circolazione del virus, ha evitato epidemie e salvato parecchie vite».
Ora la sfida si sposta sul territorio.
«Si stanno facendo sforzi enormi per potenziare questo aspetto del sistema sanitario a lungo trascurato, la medicina del territorio, trattata come una cenerentola, mentre tutto si è riversato sugli ospedali. Ora è proprio sul territorio il primo punto dove si deve fare cura e informazione».
Come sarà la vita dei giovani?
«Come padre sto cercando di rimandare eventuali raccomandazioni a dopo la primavera, il campanello di allarme suonerà nelle prossime 5/6 settimane, prevedere adesso cosa succederà a luglio e agosto è prematuro. La curva epidemica dipende da noi».
E gli anziani, potremo vederli?

«Sono i più a rischio, potremo riavvicinarli con cautela ma credo sia utile che tutti gli incontri avvengano con le mascherine. Quanto ai guanti non sono sempre necessari potrebbero accumularsi particelle di saliva o altri liquidi biologici meglio lavare le mani più volte. Vorrei sottolineare che il passaggio alla fase due è una scelta politica, c'è il rischio di focolai epidemici riallentando le misure di distanziamento sociale».
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Il Messaggero