Coronavirus, due casi sospetti a Nettuno: coppia di fidanzati tornati da Codogno

Gli ultimi ventitré casi sospetti sottoposti al test ieri pomeriggio allo Spallanzani sono «risultati tutti negativi», come ha sottolineato la struttura...

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Gli ultimi ventitré casi sospetti sottoposti al test ieri pomeriggio allo Spallanzani sono «risultati tutti negativi», come ha sottolineato la struttura ospedaliera. Ma intanto l'attenzione sul rischio contagio del coronavirus si sposta nella provincia della Capitale. Sul litorale, per la precisione. A Nettuno si vivono ore di apprensione dopo che due giovani del posto «sono stati prelevati stamattina da casa (ieri per chi legge, ndr) e sono stati portati» nell'ospedale romano, come ha reso noto nella serata di ieri il sindaco della cittadina Alessandro Coppola. Si tratta di un giovane e della sua fidanzata: entrambi tornati qualche giorno fa da un viaggio a Codogno.


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Il ragazzo, dopo che si sono svegliati frebbricitanti, ha chiamato autonomamente lo Spallanzani per avere informazioni su come comportarsi. La coppia è stata dunque prelevata da Nettuno in ambulanza che, in regime di isolamento, li ha trasferiti nella Capitale. Sebbene dal loro rientro, a quanto finora emerso, entrambi non abbiano avuto contatti con nessuno non essendosi spostati dalla loro abitazione, nel Comune sono ore di apprensione. Che potrà essere fugata solo oggi, qualora gli esami daranno esito negativo. «Lo Spallanzani sarà in grado di fornire i risultati del test effettuato sui ragazzi di Nettuno soltanto intorno alle 12 e dopo aver eseguito tutte le procedure previste dal protocollo sanitario», ha sottolineato il primo cittadino precisando che «l'ente è in continuo contatto le autorità sanitarie» e invitando a riflettere che «in situazioni del genere è necessario attenersi alle procedure previste».

LE REAZIONI
I post del sindaco sui social hanno ricevuto una valanga di commenti di gente che non nasconde la sua preoccupazione. «Ma non era stato già detto che erano negativi?», si chiede qualcuno. «Se sono contagiati si sarà già diffuso», aggiunge qualcun altro. C'è anche chi richiama alla calma: «Aspettiamo di sapere prima di esprimerci». Intanto, l'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, fa sapere a chi torna da aree a rischio o presenta sintomi: «Abbiamo attivato con le Asl una procedura per chi è in sorveglianza epidemiologica, proviene da aree a rischio e presenta sintomi, per cui vengono effettuati tamponi a domicilio e portati allo Spallanzani». Un'altra misura volta a limitare spostamenti e contatti. Una buona notizia, in una giornata interlocutoria, arriva dunque dal bollettino dello Spallanzani: «Sono risultati negativi al Covid-19 tutti i test effettuati oggi presso l'istituto Spallanzani». D'Amato: «Rivolgo un invito ad abbassare i toni perché vi è una pressione insostenibile sui medici».

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LE MISURE

Estesa a tutto il personale civile che lavora nelle strutture del Viminale e alle commissioni territoriali delle prefetture che hanno contatti con il pubblico e che si occupano dei colloqui con i richiedenti asilo la direttiva emanata dalla Direzione centrale di Sanità della polizia per contrastare la diffusione del Coronavirus. Tra le misure di protezione, l'accortezza di evitare «il sovraffollamento» e assicurare una frequente «aerazione» degli uffici al pubblico, dove è raccomandata «un'accurata pulizia e disinfezione delle superfici e degli ambienti» con «candeggina»; è bene utilizzare, dove ci sono, gli sportelli che hanno un vetro di protezione e tenere «una distanza di almeno 1,5 metri dall'utente». Tutto sotto controllo nei Dea. Massimo Magnanti, primario del Pronto soccorso del San Filippo Neri, racconta: «Da venerdì scattano le procedure opportune - mascherine, guanti, tuta - per tutti coloro che arrivano dal Nord con sintomi influenzali. Dal pretriage vengono inviati immediatamente in un'area protetta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero