L’assenza di dispositivi di protezione - come guanti e mascherine - rischia di bloccare il servizio di pulizia e sanificazione di alcuni ospedali e Asl della Capitale. A...
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Il problema non è solo per gli operatori della sanificazione. La funzione pubblica della Cgil ha diramato una serie di diffide - sempre per l’assenza di dispositivi di protezione - a quattro realtà: Le Asl Rm2 e Rm5 oltre alla direzione dell’Umberto I e del policlinico di Tor Vergata. «Tutto il comparto impiegato in queste realtà - spiega il segretario generale della Fp Cigl Francesco Frabetti - è potenzialmente a rischio perché i dispositivi di protezione non bastano per tutti». Anche in questo caso è stato avvisato il Prefetto e pure il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri.
Sul piede di guerra, infine, anche gli infermieri. Il Nursind, sindacato per le professioni infermieristiche ha diffidato la Regione Lazio a distribuire le mascherine nelle Asl per i dipendenti - compresi i medici - impegnati nell’emergenza da coronavirus.
Nelle ore scorse gli operatori sanitari hanno ricevuto delle mascherine simili ad un notissimo panno per togliere la polvere a domicilio, con due buchi ai lati nei quali infilare le orecchie. «D’accordo avere carenza di mascherine ma alla grave e persistente carenza dei dispositivi di protezione individuale è legato un notevole aumento del rischio clinico per gli operatori che si trovano a lottare quotidianamente anche con doppi turni», commenta il segretario provinciale del Nursind Stefano Barone in un comunicato. Il problema sulla reperibilità dei dispositivi - come ha spiegato il capo della Protezione civile Angelo Borrelli - deriva anche dalla chiusura delle esportazioni. «Il fabbisogno delle mascherine è su base mensile di circa 90 milioni di unità complessive. Abbiamo stipulato contratti per oltre 55 milioni di dispositivi. Ad oggi - ha precisato Borrelli - ne sono state consegnate più di 5 milioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero