Stavolta i bellicosi comitati di zona non hanno neanche fatto in tempo a imbracciare i megafoni della protesta. Il «no alla discarica» in località Corcolle, a...
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«NESSUN PERMESSO»
Ora ecco il remake, anche se in versione stringata, perché già domani i Carabinieri, allertati dall'organo del Mibact, dovrebbero mettere fine ai lavori. Va detto che stavolta la mini-discarica avrebbe dovuto ospitare non il pattume indifferenziato, ma le macerie rimosse dai luoghi del terremoto del Centro Italia. Il problema, semmai, è che l'impianto sarebbe stato aperto per smaltire genericamente «rifiuti solidi urbani», insomma dopo i detriti di Amatrice e Accumoli qualcuno avrebbe potuto decidere di portarci anche i sacchetti della spazzatura. La Soprintendenza in ogni caso ha acceso il semaforo rosso, ricordando che tutta la zona «risulta gravata dal vincolo paesaggistico, in virtù dell'alto interesse archeologico». Anche perché, hanno scritto i funzionari nel documento spedito ai Carabinieri, «di tali attività non ci è stato fornito alcun preavviso e non è pervenuta alcuna comunicazione né richiesta di autorizzazione».
Per questo all'Arma è stato chiesto di «far sospendere le attività in atto nell'area indicata, in attesa dell'acquisizione del parere di competenza di questa Soprintendenza». Spiega Stefano Musco, l'archeologo responsabile dell'area della discarica: «Aspettiamo che gli interessati portino il progetto in Soprintendenza e vedremo se è compatibile con la zona o se invece è il caso di chiederne una revisione». Insomma, lo stop potrebbe essere solo temporaneo.
Andrea Bruciati, direttore di Villa Adriana e Villa d'Este, per ora si dice soddisfatto: «Questa zona va conservata e valorizzata, la mia idea è di farci un grande parco naturale che vada oltre le ville». Sollevata è anche la giunta comunale di Tivoli. Il sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci, intanto fa sapere che lì, nel Reatino, «abbiamo un sito dove è già stato fatto lo stoccaggio e la selezione di parte delle macerie, che saremmo in grado di smaltire autonomamente». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero