Roma, contagi al San Raffaele: nel mirino le forniture di mascherine e gel

Nuovo blitz dei carabinieri nell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Raffaele Pisana. Il Nas è ritornato ieri nella struttura dopo la prima...

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Nuovo blitz dei carabinieri nell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico San Raffaele Pisana. Il Nas è ritornato ieri nella struttura dopo la prima ispezione di metà giugno. Questa volta il nucleo antisofisticazioni dell'Arma ha acquisito diversi faldoni. L'inchiesta è quella relativa alle morti e ai contagi per Covid-19 nella clinica.

I numeri, 119 positivi al Coronavirus tra pazienti e personale sanitario e sei decessi, sono fondamentali ai fini dell'accusa per incardinare l'inchiesta per epidemia colposa o omicidio colposo. Un'indagine il cui reato definitivo verrà concordato a breve da parte del pool di magistrati che lavorano al caso, l'aggiunto Nunzia D'Elia e i sostituti Gianfederica Dito e Alessandra Fini. Di fatto l'acquisizione della documentazione di ieri è propedeutica proprio al fine di stabilire definitivamente il titolo dell'accusa.

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In pratica il Nas ha cercato carte che testimonino o sconfessino l'adozione di una serie di misure per evitare il contagio da parte dei vertici del San Raffaele. Ad esempio email con le direttive da parte della dirigenza al personale su come agire durante l'emergenza Covid-19 per evitare la propagazione del virus. Fatture che dimostrino l'acquisto di gel sanificanti, mascherine o tute protettive e poi la relativa distribuzione a infermieri e medici. La risposta che gli investigatori, gli specialisti del Nas, dovranno fornire alla procura è semplice: queste morti si potevano evitare? Non è infatti da escludere che al San Raffaele possano aver adottato tutti i protocolli e i decessi si siano verificati ugualmente. Questo teoricamente solleverebbe la struttura da responsabilità penali. Diverso il caso in cui non dovesse comparire nessuna documentazione che attesti l'adozione di misure anti Covid.

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LE NORMATIVE
L'indagine dovrà mettere a fuoco le due procedure seguite all'interno del San Raffaele per evitare che il virus potesse entrare e poi propagarsi. Si tratta di due fasi distinte regolate da altrettanti protocolli, il cui rispetto, teoricamente, dovrebbe impedire la diffusione del virus. Perciò i carabinieri, dovranno lavorare su un doppio binario. Da una parte, si deve scoprire come Sars-CoV-2 sia entrato all'interno della struttura, se davvero sia stato portato da un paziente trasferito da un altro ospedale ed erroneamente risultato negativo al tampone. Ma si verifica anche se siano state rispettate tutte le procedure.

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I CONTROLLI
Nel Lazio la sanità privata ha registrato già numerosi cluster: Cassino, Monte Compatri, Rocca di Papa e ora il San Raffaele della Pisana. Se nei primi casi, o anche quelli di ospedali e rsa di altre regioni, era inevitabile l'effetto sorpresa di un nemico sconosciuto, questo nuovo focolaio è meno spiegabile, perché in corsia andrebbero rispettate delle procedure tali da scongiurare la diffusione del virus nel malaugurato caso che un operatore o un paziente sia positivo. Dovrebbero esserci percorsi protetti, utilizzo meticoloso dei dispositivi di protezione, il personale non dovrebbe spostarsi da un reparto all'altro. Eppure, al San Raffaele le misure di precauzione non avrebbero funzionato.
Anche il sistema usato per fare i tamponi sul personale e sui ricoverati, gestito direttamente dal San Raffaele, sarà oggetto di verifica da parte degli inquirenti. Se un paziente viene trasferito da un'altra struttura, il tampone viene eseguito all'origine, ma poi la responsabilità di un corretto rispetto delle procedure si sposta all'interno della clinica. Gli investigatori stanno esaminando sia le gestione degli ingressi, sia quella più prettamente interna. Alla fine i Nas dovranno depositare una dettagliata informativa sulla scrivania dell'aggiunto D'Elia e dei pm Dito e Fini. «Aspettiamo con fiducia l'esito delle indagini, ribadiamo di aver sempre rispettato i protocolli previsti», fanno sapere dall'Irccs San Raffaele.

 
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Il Messaggero