Colosseo, l'ultima dei salta-fila: cambia il badge, resta la truffa

Colosseo, l'ultima dei salta-fila: cambia il badge, resta la truffa
«Scusa, ma questa è una tessere da biblioteca di Roma?». La ragazza sorride. Non arriva a trent'anni, ha la carnagione olivastra dei paesi sudamericani, e...

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«Scusa, ma questa è una tessere da biblioteca di Roma?». La ragazza sorride. Non arriva a trent'anni, ha la carnagione olivastra dei paesi sudamericani, e vende tour salta-fila al Colosseo in lingua spagnola e inglese. Appeso al collo sfoggia un badge con una bibliocard di Roma Capitale. In mano sventola depliant con tariffe skip the line. Alla domanda non risponde. Si limita a sorridere, fa spallucce e si allontana. Sarà sua? Se la passa con qualcun altro? Non è la sola a lavorare con una tessera da biblioteca sulla piazza del Colosseo. Ce ne sono di bibliocard, con tanto di intestazione delle Biblioteche di Roma e il logo istituzionale del Campidoglio, infilate nella tipica custodia plastificata da guida turistica, spacciate come badge istituzionali da professionisti di un ufficio turistico della Capitale. Eccolo l'ultimo trucchetto dei promoter-bagarini (con buona pace dei veri bibliotecari capitolini, magari inconsapevoli) per acchiappare migliaia di turisti che giungono ai piedi del monumento icona d'Italia e trafficare fior di visite guidate tra l'Anfiteatro Flavio e il Palatino a prezzi raddoppiati, se non triplicati . Possibile? Tessera che cambia, business che continua. Solo a fine agosto Il Messaggero aveva denunciato la strategia da alta stagione turistica dell'esercito degli skip the line di sfoggiare appesa al collo la semplice tessera sanitaria regionale o il codice fiscale. «La piazza del Colosseo è zeppa di abusivi con mille variegati badge, che a leggerli nel dettaglio non fanno capo ad alcun titolo professionale turistico riconosciuto a livello di legge», commentano le guide turistiche ufficiali dell'area archeologica centrale. Ma chi controlla questo sistema di ambulantato?


IL FENOMENO

«Conosciamo bene il fenomeno - precisa il comandante Roberto Stefano del Gruppo centro storico della Polizia municipale - i controlli li facciamo nel possibile delle nostre risorse, ma il problema dei cosiddetti salta-fila è complesso: a livello normativo, ora, se svolgono una funzione di intermediari mettendo in contatto il turista con una agenzia, noi non possiamo sanzionarli, purché l'eventuale contratto per il pacchetto turistico sia venduto in agenzia. Se però questi promoter fanno transazioni e prendono soldi dai turisti direttamente sulla piazza, questa è un'operazione vietata. E su questo punto intensificheremo i controlli». E sui trucchetti dei salta-fila per far abboccare i turisti? «Il problema è che abbiamo talmente tante criticità in centro, situazioni di abusi molto grossi, che i salta-fila del Colosseo non sono una priorità», replica Roberto Stefano. Ma se svolgono attività illegali? «Ora controlleremo», chiosa il comandante. La questione è tutta qui. Prima c'era la tessera sanitaria, ora quella della biblioteca infilata nella custodia come fosse un documento dell'ufficio turistico di Roma. Peccato che non lo sia. «Saranno bagarini colti», ironizza qualcuno. E pazienza se le decine e decine di salta-fila in azione ai piedi del Colosseo sono di varia nazionalità. Come al solito, la truffa è tutta ai danni dei turisti inconsapevoli che non sanno distinguere un tesserino turistico autorizzato da una bibliocard. I salta-fila sono liberi di presidiare la piazza: si muovono tra l'uscita della metro e gli ingressi alla casa dei gladiatori. Fermano le persone, organizzano i gruppi, fanno transazioni economiche («qualche giorno fa ho visto un salta-fila col pos sulla piazza», dice una guida abilitata). Che saltino la fila, poi, i turisti, è tutto da dimostrare, incalzano i professionisti: «da quando il turista viene adescato al momento in cui entra nel Colosseo, ne passa di tempo, altro che skip the line».
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Il Messaggero