«Scusa, ma questa è una tessere da biblioteca di Roma?». La ragazza sorride. Non arriva a trent'anni, ha la carnagione olivastra dei paesi sudamericani, e...
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IL FENOMENO
«Conosciamo bene il fenomeno - precisa il comandante Roberto Stefano del Gruppo centro storico della Polizia municipale - i controlli li facciamo nel possibile delle nostre risorse, ma il problema dei cosiddetti salta-fila è complesso: a livello normativo, ora, se svolgono una funzione di intermediari mettendo in contatto il turista con una agenzia, noi non possiamo sanzionarli, purché l'eventuale contratto per il pacchetto turistico sia venduto in agenzia. Se però questi promoter fanno transazioni e prendono soldi dai turisti direttamente sulla piazza, questa è un'operazione vietata. E su questo punto intensificheremo i controlli». E sui trucchetti dei salta-fila per far abboccare i turisti? «Il problema è che abbiamo talmente tante criticità in centro, situazioni di abusi molto grossi, che i salta-fila del Colosseo non sono una priorità», replica Roberto Stefano. Ma se svolgono attività illegali? «Ora controlleremo», chiosa il comandante. La questione è tutta qui. Prima c'era la tessera sanitaria, ora quella della biblioteca infilata nella custodia come fosse un documento dell'ufficio turistico di Roma. Peccato che non lo sia. «Saranno bagarini colti», ironizza qualcuno. E pazienza se le decine e decine di salta-fila in azione ai piedi del Colosseo sono di varia nazionalità. Come al solito, la truffa è tutta ai danni dei turisti inconsapevoli che non sanno distinguere un tesserino turistico autorizzato da una bibliocard. I salta-fila sono liberi di presidiare la piazza: si muovono tra l'uscita della metro e gli ingressi alla casa dei gladiatori. Fermano le persone, organizzano i gruppi, fanno transazioni economiche («qualche giorno fa ho visto un salta-fila col pos sulla piazza», dice una guida abilitata). Che saltino la fila, poi, i turisti, è tutto da dimostrare, incalzano i professionisti: «da quando il turista viene adescato al momento in cui entra nel Colosseo, ne passa di tempo, altro che skip the line».
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Il Messaggero