Prima c'era una baraccopoli, poi una vergognosa discarica a cielo aperto. Oggi entrambe le cose con vista sul Colosseo Quadrato. Un piccolo paese fatto di case di legno e...
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E così pasta farsi un giro per rendersi conto della gravità della situazione: frigoriferi, lavatrici, mobili. Insomma di tutto e di più. «Non è giusto abbandonare interi quartieri a se stessi - tuonano gli abitanti - non è giusto non dargli la dignità che meritano. Non esistono quartieri di serie A e quartieri di serie b. Anche questa è Roma». É il destino dei quartieri nati male: non arrendersi ai luoghi comuni. La Magliana è uno di questi. Vive un riflesso condizionato, sta dentro la trama di un romanzo criminale che non le appartiene se non per le origini di quel gruppo sanguinario che seminò dolore e lutti a metà degli anni 80. Si porta dietro la maledizione di Maurizio Abbatino, l'unico della banda ad essere nato qui. Se fosse un Eden, un quartiere nato bene, pieno di verde e villini - e la Magliana non lo è - non riuscirebbe comunque a scrollarsi di dosso l'immaginario televisivo e libresco che la perseguita. Ma per chi ci vive la Magliana è sacra: guai a chi la tocca. «Siamo attaccati a questo fiume e al nostro quartiere a due passi dal Centro e attaccato all'Eur. Qui vivono tante famiglie e tanta gente per bene».
ROGHI TOSSICI
«Il quartiere è sempre più avvolto dal degrado per la presenza dei campi rom abusivi. Tutto il territorio è invaso da una quantità di rifiuti impressionanti, molti dei quali sono anche nocivi per la salute dei cittadini - spiegano Fabrizio Santori consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia e Daniele Catalano consigliere dell'XI municipio - Inutile sottolineare come questa situazione sia figlia di un commercio illegale di materiali metallici ricavati anche con i roghi tossici che vengono appiccati quotidianamente dai rom. Depositeremo in questi giorni una richiesta di sgombero alla polizia municipale e agli organi preposti per tutelare e salvaguardare la sicurezza e la salute dei cittadini della Magliana». Per il presidente del club della libertà per le poltiche sociali e sicurezza, Marco Rollero: «La situazione peggiora di settimana in settimana. I cittadini sono esasperati e stanchi di vivere quotidianamente in una situazione di disagio costante sia sotto il profilo del decoro che della sicurezza. La pista ciclabile è impraticabile: uno slalom tra i rifiuti. La sera poi l'area intorno al viadotto come lo stesso Parco Tevere assumono caratteri inquietanti e pericolosi. Chiediamo alle autorità competenti un intervento immediato dell'area».
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Il Messaggero