Vietato parlare agli organi di informazione. Neanche una parola sull'attività amministrativa. Bocche cucite da parte di tutti. Salvo autorizzazione preventiva. Nelle...
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Da domani le cose cambieranno, di pari passo al testo su cui si intende rimettere mano: «Salvi i diritti e le prerogative sindacali - si legge - il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione». E fin qui poco di nuovo all'orizzonte. Ma poi segue la postilla-bavaglio: «II dipendente non intrattiene, a nome e per conto dell'amministrazione, rapporti con gli organi di informazione circa l'attività del servizio di appartenenza, salvo che non sia autorizzato». Prima di aprire bocca, dunque, chiedere il permesso. Tra i nuovi limiti imposti ai dipendenti c'è pure quello relativo ai regali.
I DONI
Resta l'obbligo di non chiedere per sé o altri regali o altre utilità da parte di terzi per le prestazioni lavorative svolte. La ratio è ovvia. Il divieto, ça va sans dire, è esteso anche all'accettare eventuali doni di qualsiasi sorta. Chi dovesse comunque riceverli è invitato a metterli a disposizione dell'amministrazione per la restituzione o per essere devoluti a finalità istituzionali. Poi c'è una specifica. Fino ad oggi per regali o altre utilità di modico valore si intendono quelli di valore non superiore a 150 euro. Con il nuovo codice la cifra si abbassa. Recita il nuovo testo: «Per regali o altre utilità di modico valore si intendono quelli di valore non superiore a 100 euro annue, anche sotto forma di sconto, donate da uno stesso soggetto».
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Il Messaggero