CITTA' DEL VATICANO - Era stato battezzato «Benedictus», in onore di Benedetto XVI, il coccodrillino di 50 centimetri portato a Cuba da una delegazione del...
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L’animale era stato sequestrato pochi mesi prima nel Nord Italia. Una coppia lo aveva importato illegalmente, eludendo i rigidi controlli all’aeroporto. Il ritorno a casa di Benedictus fece molto scalpore tra i cubani e fu interpretato da Castro come un bel gesto di amicizia. Il Bioparco di Roma, al quale l’animale era stato affidato dopo il sequestro, aveva pensato di farlo ritornare in patria in concomitanza con l’arrivo di Ratzinger. L’ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede dell’epoca, Eduardo Delgado, poco prima del viaggio papale, sottolineava davanti alle tv di tutto il mondo come il coccodrillo fosse da considerare un immigrato illegale e di come il suo rimpatrio rappresentasse «un simbolo di amicizia e cooperazione tra i due Paesi». Anzi, «una felice coincidenza» visto che sarebbe arrivato prima della visita apostolica di Ratzinger. L’animale fu affidato allo staff zoologico dell’Avana, anche se poi, per ragioni ancora non chiare, morì dopo un anno circa.
Il rettile arrivò a Cuba a bordo di un volo Blu Panorama Airlines, accompagnato dal Presidente Giuntarelli, da Tredicine e dal Direttore Scientifico della Fondazione Bioparco, Fulvio Fraticelli che, prima di partire, nel corso di una conferenza stampa assicurò che «l'intera operazione coccodrillo è a costo zero per i cittadini e per l’amministrazione grazie alle donazioni ricevute e alle raccolte fondi organizzate dal Bioparco attraverso le serate-evento ‘Crocodile Night fever’»
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Il Messaggero