Rivolgono ai candidati a sindaco di Roma una richiesta precisa le imprese di Roma: di assumersi l’impegno a farle scendere una volta per tutte dal podio delle tasse, che a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A partire dall’Osservatorio “Comune che vai, fisco che trovi”, Cna di Roma ha fatto i conti in tasca alle imprese una volta assolti i loro doveri nei confronti del fisco prendendo in esame un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto. Tolti costi per macchinari, stipendi per 4 operai e un dipendente e altre spese, il suo reddito, prima delle imposte deducibili, è di 50mila euro.
Dopo, il conto precipita a 15.116 (era a 17.139 nel 2011). Il 71,6%finisce al fisco (era il 71,7% l’anno scorso). Circa metà (36,2%) di queste tasse e imposte finisce nelle casse di Comune e Regione. Ben 14mila euro solo per Imu, Tasi e Tari. Un conto salatissimo: + 61,5% in più quest’anno rispetto al 2011. Invariate, rispetto all’anno scorso, le addizionali locali, quella Irpef regionale e quella comunale che ammontano quest’anno, rispettivamente, a 807 e 283. E rimane stabile anche l’Irap, che quest’anno costa all’impresa-tipo 2.988 euro (3.109 l’anno scorso). Da inizio anno a oggi, artigiani, pmi e commercianti della Capitale hanno lavorato solo per pagare le tasse. E continueranno a farlo fino al prossimo 18 settembre: 262 giorni regalati al fisco, 103 restano per la famiglia. Con l’applicazione del regolamento, avrebbero avuto 7 giorni di respiro in più. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero