«Di tasse a Roma si muore»; l'appello della Cna al futuro sindaco della Capitale

«Di tasse a Roma si muore»; l'appello della Cna al futuro sindaco della Capitale
Rivolgono ai candidati a sindaco di Roma una richiesta precisa le imprese di Roma: di assumersi l’impegno a farle scendere una volta per tutte dal podio delle tasse, che a...

Continua a leggere con la nostra offerta speciale:

X
MIGLIORE OFFERTA
ANNUALE
19 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
40 €
159,98€
Per 2 anni
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Rivolgono ai candidati a sindaco di Roma una richiesta precisa le imprese di Roma: di assumersi l’impegno a farle scendere una volta per tutte dal podio delle tasse, che a oggi erodono il 71,6% dei redditi. Perché quel record comincia a pesare davvero troppo. E la beffa non è più sostenibile. Soprattutto per i tanti piccoli e medi imprenditori costretti a chiudere perché non potevano più sostenere costi così alti. La richiesta è arrivata oggi nel corso di una conferenza stampa convocata dalla Cna di Roma alla presenza dei responsabili economici dei comitati dei principali candidati a sindaco: Stefano Fassina, Roberto Giachetti, Alfio Marchini, Giorgia Meloni e Virginia Raggi. Il podio è quello della tassazione tra le più alte d’Italia (Roma è dietro solo a Reggio Calabria e Bologna) e la beffa è quella della tariffa sui rifiuti e costa duemila euro l’anno: un regolamento comunale ha esentato dal pagamento le imprese che producono solo rifiuti speciali, ma il regolamento non viene applicato.


A partire dall’Osservatorio “Comune che vai, fisco che trovi”, Cna di Roma ha fatto i conti in tasca alle imprese una volta assolti i loro doveri nei confronti del fisco prendendo in esame un’impresa individuale che utilizza un laboratorio artigiano di 350 mq e un negozio destinato alla vendita di 175 mq. Dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature, mobili e macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto. Tolti costi per macchinari, stipendi per 4 operai e un dipendente e altre spese, il suo reddito, prima delle imposte deducibili, è di 50mila euro.

Dopo, il conto precipita a 15.116 (era a 17.139 nel 2011). Il 71,6%finisce al fisco (era il 71,7% l’anno scorso). Circa metà (36,2%) di queste tasse e imposte finisce nelle casse di Comune e Regione. Ben 14mila euro solo per Imu, Tasi e Tari. Un conto salatissimo: + 61,5% in più quest’anno rispetto al 2011. Invariate, rispetto all’anno scorso, le addizionali locali, quella Irpef regionale e quella comunale che ammontano quest’anno, rispettivamente, a 807 e 283. E rimane stabile anche l’Irap, che quest’anno costa all’impresa-tipo 2.988 euro (3.109 l’anno scorso). Da inizio anno a oggi, artigiani, pmi e commercianti della Capitale hanno lavorato solo per pagare le tasse. E continueranno a farlo fino al prossimo 18 settembre: 262 giorni regalati al fisco, 103 restano per la famiglia. Con l’applicazione del regolamento, avrebbero avuto 7 giorni di respiro in più.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero