Civitavecchia, migranti in arrivo al porto, il prefetto conferma, il sindaco: «Assurdo, è il primo scalo per le crociere»

Ora è una certezza: il governo vuole utilizzare il porto di Civitavecchia per gli sbarchi dei migranti. Lo ha riferito ieri al sindaco, il prefetto di Roma Paola Basilone....

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Ora è una certezza: il governo vuole utilizzare il porto di Civitavecchia per gli sbarchi dei migranti. Lo ha riferito ieri al sindaco, il prefetto di Roma Paola Basilone. Antonio Cozzolino è stato convocato nella Capitale insieme al presidente dell'Autorità portuale, al comandante della Capitaneria di porto, al direttore generale dall'Asl Rm4, al Questore di Roma e al responsabile regionale della Protezione civile. Basilone ha prospettato l'ipotesi che il porto possa diventare uno degli ulteriori hot spot che il ministro dell'Interno Minniti ha promesso alla Comunità Europea. L'area presa in considerazione è la banchina 28: lì i migranti sarebbero oggetto di un primo screening a bordo della nave, di successive identificazioni e trattamenti sanitari a terra, per poi essere trasferiti nelle strutture di accoglienza. Escluso l'utilizzo della De Carolis in queste operazioni. Già per oggi è previsto un sopralluogo tecnico alla banchina 28, la prima all'ingresso del porto, proprio davanti a quello dei giganti da crociera, per verificarne l'idoneità e le possibili criticità.


In serata, dopo una giornata costellata di polemiche, la prefettura di Roma ha diffuso una nota: «Allo stato, non sono previsti sbarchi di migranti nel porto di Civitavecchia. Le misure organizzative in corso di programmazione hanno esclusivamente lo scopo di approntare responsabilmente un sistema di accoglienza efficace, nell'eventualità che tale circostanza si verifichi». Una nota che non sembra in grado di spegnere le polemiche.

In realtà ciò che fino a pochi giorni fa sembrava un'ipotesi remota, sembra potersi concretizzare in tempi anche brevi. Il sindaco ieri ha espresso al Prefetto tutta la sua contrarietà rispetto all'operazione, chiedendo anche delucidazioni «sul tipo di impegno richiesto in termini logistici allo scalo, alla città, alle forze dell'ordine. E anche per quanto tempo fosse previsto l'uso dello scalo. Purtroppo - dice Cozzolino - alla maggior parte della domande la Prefettura non ha saputo rispondere. Ho anche fatto presente come un'operazione del genere, inserita nel contesto del principale porto crocieristico del Paese, potesse essere discutibile sia dal punto di vista dell'attratività dello scalo, sia per ragioni di sicurezza».

Il sindaco ha ricordato anche le difficoltà idriche della città, i problemi a impiantare strutture per l'identificazione dei migranti, le carenze di pesonale di ospedale e Asl. E ha anche sottolineato come i minori non accompagnati dovrebbero essere gestiti dall'ufficio Servizi sociali del Comune, anch'esso non in grado di far fronte a un tale impegno. «Nel sopralluogo - la sua conclusione - farò di nuovo presente tutto ciò, ramentando anche che la città ha scelto di aderire allo Sprar per eveitare la gestione di situazioni emergenziali che già in passato si sono dimostrate soluzioni non valide siaper i cittadini che per i migranti».

IL SOPRALLUOGO
Non ci sarà un hotspot permanente a Civitavecchia, ma il porto della città laziale potrà essere utilizzato per alleggerire la pressione che grava sui porti siciliani per l'arrivo delle navi cariche di migranti. È quanto apprende l'Ansa da fonti qualificate. L'argomento è stato ieri al centro di una riunione che si è svolta a Roma, in Prefettura, alla quale ha partecipato anche il sindaco di Civitavecchia e di un sopralluogo avvenuto oggi. Altre strutture provvisorie potrebbero essere previste anche in Calabria e a Salerno, nei porti di approdo di navi con a bordo migranti, ma pure in questo caso non si tratterà di strutture permanenti, ma di centri temporanei di prima accoglienza dove avranno luogo le procedure di identificazione. Gli hotspot permanenti attivi al momento restano quattro - Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto - ma l'alto numero di sbarchi di questi giorni ha reso indispensabile la previsione di struttura temporanee nei porti di approdo delle navi che stanno portando in Italia migliaia di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale.


Il fatto, da verificare, che nello scalo di Civitavecchia non ci sarà un hot spot permanente non tranquillizza certo le autorità locali alle quali risulta difficilmente abbinabile lo scenario di sbarchi di migranti con quello degli sbarchi e degli imbarchi, nel molo di fronte, delle centinaia di migliaia di turisti coinvolti nelle crociere che fanno scalo appunto nel porto più vicino alla Capitale.


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Il Messaggero