Cinque vigili puniti per una multa mancata, uno di loro si taglia i polsi per disperazione

Che volete la vita, il mio sangue, prendetevi tutto...». Quando ha saputo della sospensione ha perso al testa. Si è autoinflitto ferite alle braccia e ai polsi ed...

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Che volete la vita, il mio sangue, prendetevi tutto...». Quando ha saputo della sospensione ha perso al testa. Si è autoinflitto ferite alle braccia e ai polsi ed è finito all'ospedale. E' ancora ricoverato uno dei 5 agenti della polizia locale sospesi per 10 giorni dal comando generale, finiti sul banco degli imputati per non aver multato un centinaio di automobilisti in divieto di sosta al Pigneto. Tutto è cominciato lo scorso aprile con una richiesta di intervento dei vigili al Pigneto su ioSegnalo, l'applicazione pensata per essere utilizzata su tablet e smartphone che consente ai cittadini di collaborare con la Polizia locale.


L'EPISODIO
L'utente aveva segnalato decine di auto in sosta irregolare e la centrale operativa aveva dirottato in zona un paio di equipaggi. Una volta sul posto gli agenti avevano contattato il cittadino. I vigili avevano spiegato che per loro era impossibile multare tutte quelle auto, che il lavoro era complicato, che loro erano in pochi. Insomma una quarantina di minuti di discussione e nessuna multa. Il caso, quindi, era finito su giornali e televisione. E alla fine sul tavolo del comandante generale Raffaele Clemente che aveva preferito tacere sulla questione.
 


Ieri l'epilogo con la sospensione di 10 giorni dal servizio per i vigili che erano intervenuti dopo la segnalazione senza fare multe. E la reazione disperata di uno degli agenti che ha rischiato di trasformarsi in tragedia, mutuata solo dal pronto intervento di alcuni colleghi che lo hanno disarmato e portato all'ospedale.Su questa questione Cgil, Cisl e Uil hanno decretato lo stato di agitazione convocando assemblee al V Gruppo a partire a lunedì prossimo, come ha spiegato Marco D'Emilia della Cgil. Sul piede di guerra anche l'Ugl. «Sin dal processo per le vicende legate all'assenteismo capodanno 2015 - spiega Marco Milani - abbiamo denunciato il clima moralizzatore e giustizialista, introdotto da questa dirigenza nei confronti dei lavoratori del Corpo». I sindacati ricordano anche il caso di colleghi finiti sotto disciplina per aver denunciato la provenienza illegale dell'equipaggiamento (made in China) fornito dallo stesso comando, o per aver presenziato a un'udienza di convalida di un arresto di uno spacciatore, violando però l'obbligo di stare a casa durante la malattia (visto che gli agenti erano rimasti feriti durante l'arresto). E così ora i sindacati chiedono al prefetto e al commissario Tronca «che venga fatta definitiva chiarezza su quella che appare essere una strategia repressiva introdotta dall'attuale dirigenza nei confronti dei lavoratori del corpo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero