Cinghiali ai Castelli romani, è allarme. «C'è anche chi li caccia, così finiscono sulle nostre tavole»

Interi quartieri sono ormai colonizzati da famiglie di ungulati

Cinghiali ai Castelli romani, è allarme. «C'è anche chi li caccia, così finiscono sulle nostre tavole»
Allarme cinghiali ai Castelli Romani che continuano a riprodursi e a "colonizzare" intere zone e quartieri di diverse cittadine nell'hinterland a sud della Capitale....

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Allarme cinghiali ai Castelli Romani che continuano a riprodursi e a "colonizzare" intere zone e quartieri di diverse cittadine nell'hinterland a sud della Capitale. Intere famiglie di ungulati si trovano nella parte alta di Ariccia soprattutto nella zona di Monte Gentile. A Nemi nell'area Parco dei Lecci e "I Corsi", ad Albano vicino al bosco in zona Miralago, a Rocca Priora, Pratoni del Vivaro via dei Laghi e zone extraurbane tra Genzano e Velletri via Appia.

I RISCHI

I cinghiali causano sempre più spesso incidenti, macchine danneggiate, conducenti e passeggeri feriti e stazionano di fronte le abitazioni facendo razzia di immondizia. I residenti hanno paura nonostante sempre più spesso, gran parte di loro si dedichino a condotte ritenute sbagliate dai protocolli come quella di sfamare le famiglie e soprattutto i cuccioli che ormai sembrano essere diventati animali domestici di quartiere.

 

In tutto questo contesto spunta fuori anche la caccia di frodo: «Molti finiscono in tavola - racconta un residente castellano - ritengo che questa situazione vada moderata dagli enti preposti». Dal Parco, il presidente Ivan Boccali non nasconde la criticità ma si dice all'opera per risolvere: «Stiamo affrontando la questione con la Regione - ha detto l'avvocato Boccali - abbiamo già fatto più incontri ma chiaramente vanno definiti alcuni aspetti e modalità d'intervento. Il problema è in cima all'agenda, lo stiamo affrontando e contiamo di superarlo nel breve termine, chiaramente è un fenomeno che non si risolve con una settimana per cui ci vorrà un po' più di tempo. Il Parco farà la sua parte ci siamo già messi a disposizione con la Regione. Purtroppo parliamo di una criticità diffusa, il problema non riguarda solo il nostro Parco e i nostri centri abitati ma siamo fiduciosi in una risoluzione concreta».

 

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Rimangono intanto ricorrenti episodi di animali investiti ed uccisi lungo le arterie a ridosso di aree boscate, sporadici quelli di difesa attiva da parte dei cinghiali che effettivamente si possono verificare nel momento in cui si sentono minacciati da cacciatori, da bracconieri, da cani. Il Parco intanto ha pubblicato un vademecum. Incontrare un cinghiale sulla propria strada quando ci si avventura in passeggiate nei boschi è un'ipotesi da tenere in considerazione. Il cinghiale, così come tutti gli animali selvatici ha un'innata diffidenza nei confronti dell'uomo. Nei boschi in cui può trovare cibo non è raro sentirlo grufolare, ovvero razzolare grugnendo mentre scava il terreno alla ricerca di ghiande e altro da mangiare, e la sua prima reazione, anche in branco, sarà sempre quella di allontanarsi dall'uomo. «Due possono essere le situazioni potenzialmente pericolose - si legge -. La prima è quella in cui il cinghiale si trovi senza via di fuga, l'altra è quella di incontrare una femmina con i cuccioli: l'istinto materno e l'impossibilità di darsi alla fuga con la sicurezza di portare in salvo tutta la prole, anche in questo caso potrebbe indurre l'animale alla difesa».
 

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Il Messaggero