Per la prima volta, dopo quattro anni di chiusura, il cinema Troisi riapre le sue porte. Per uno speciale Open Day in cui la città potrà sbirciare in questo...
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«Più di un anno fa abbiamo vinto il bando per la gestione del Cinema Troisi, ma purtroppo per via dei tempi pachidermici delle istituzioni e di alcuni ricorsi presentati dalla Mediaport SRL di Giorgio Ferrero e dai terzi classificati al bando non si è ancora potuti arrivare all’inizio dei lavori – dice Carocci - Però non abbiamo perso tempo ed abbiamo lavorato per creare la base per l’investimento necessario per la ristrutturazione del futuro Cinema Troisi». In due anni sono stati raccolti oltre 120mila euro, che ora serviranno a metter mano al progetto per il ripristino dello stabile, firmato da Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri. Occorre trovare altri fondi, ma le energie e l'entusiasmo che animano l'esercito dei ragazzi del piccolo Cinema America lasciano ben sperare.
All'Open day del prossimo 17 maggio (l'appuntamento è alle 18, a via Induno 1) parteciperanno i rappresentanti di quattro diverse realtà, provenienti da altrettante città italiane: Andrea Frenguelli del Cinema PostModernissimo di Perugia; Paola Corti del Cinema Beltrade di Milano; Michele Crocchiola del Cinema Stensen di Firenze e Riccardo Costantini del CinemaZero di Pordenone. «Ciascuna di queste sale – sottolinea Carocci - con diversi percorsi e metodologie di programmazione, è divenuta un operatore culturale vivente nella sua provincia di riferimento ed un modello da seguire a livello nazionale ed europeo. In queste sale non è il film programmato a fare il pubblico, ma la sala cinematografica stessa, che grazie al rapporto costruito nel quotidiano con lo spettatore ed il territorio ha la forza di imporsi sul sistema distributivo, sviluppando inoltre una multiprogrammazione che consente l’accesso paritetico al grande schermo a moltissime opere che altrimenti non troverebbero spazio». Il desiderio di chi, da un anno a questa parte, aspetta di riaprire le porte di questa struttura, è quello di far sì che il Cinema Troisi possa diventare un punto di riferimento a 360 gradi per l'intera città di Roma, anche con il sostegno di altre realtà italiane. «Crediamo che un’altra sala cinematografica urbana sia possibile – dice ancora Carocci - i fantasmi dismessi si possono riaprire, purché questi cinema smettano di essere fastfood senza anima che programmano film ed inizino ad essere visti prima di tutto come punti di riferimento nei territori». Un sogno che, adesso, è sempre più vicino.
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Il Messaggero