Meno biglietti venduti, meno abbonamenti mensili acquistati (anche se aumentano quelli annuali), con un trend in continua discesa dal 2009. E qui l'evasione tariffaria non...
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LA SITUAZIONE
E non si tratta, come detto, dell'aumento delle persone che salgono sui mezzi pubblici, visto anche l'incremento dei controlli messi in campo dall'Atac. «È ovvio che un peggioramento del servizio, con la riduzione delle linee e delle corse realmente effettuate - spiega un tecnico della mobilità - si traduce in un minore utilizzo da parte dei cittadini, che sentono di potersi fidare sempre meno del trasporto pubblico e, di conseguenza, si affidano maggiormente al mezzo privato». Il calo delle vendite dei biglietti negli ultimi sette anni, peraltro, fa da contraltare all'aumento dei ticket vidimati sulle linee della metropolitana, grazie anche all'introduzione dei tornelli elettronici: l'incrocio dei dati, insomma, fa pensare a una riduzione dell'utilizzo dei mezzi di superficie, soprattutto gli autobus, evidentemente percepiti come meno affidabili.
LA PROGRESSIONE
La disaffezione ai mezzi pubblici, come detto, parte da lontano. Studiando i bilanci dell'azienda e confrontandoli con le analisi dell'Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, si scopre che dal 2009 al 2015 il numero degli abbonamenti mensili venduti è crollato complessivamente del 43 per cento. È andata meglio con gli abbonamenti annuali, che registrano un più 93 per cento in sei anni, ma rappresentano una minima parte rispetto al totale dei biglietti venduti giornalmente. Complessivamente, quindi, l'Atac ha perso diversi milioni di passeggeri ogni anno.
GLI OBIETTIVI
L'Atac, però, vuole invertire il trend. Per il 2017 l'obiettivo è un aumento dei biglietti venduti non inferiore al 4 per cento e un incremento dei ricavi superiore a 280 milioni di euro, secondo le previsioni del Budget operativo dell'azienda fissate nelle linee guida definite dall'amministratore unico Manuel Fantasia. Secondo il piano, l'aumento della vendita di biglietti Metrebus dovrebbe essere contestuale all'aumento previsto per altri tipi di biglietti, compresi abbonamenti e tariffe agevolate, con un incremento complessivo che dovrebbe superare il 5 per cento rispetto al consuntivo 2016. Obiettivi difficili da raggiungere, però, senza un miglioramento tangibile del servizio, che porti i cittadini romani a tornare a considerare il trasporto pubblico come un'alternativa sicura (ed efficiente) al mezzo privato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero