Viale Marconi, palestinese devasta 19 moto, aveva partecipato alla protesta delle bocche cucite al Cie

Viale Marconi, palestinese devasta 19 moto, aveva partecipato alla protesta delle bocche cucite al Cie
Una furia cieca e violenta causata dall'alcol. Alla vigilia di Natale all'interno del Cie di Ponte Galeria a Roma aveva partecipato alla protesta delle bocche cucite. La...

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Una furia cieca e violenta causata dall'alcol. Alla vigilia di Natale all'interno del Cie di Ponte Galeria a Roma aveva partecipato alla protesta delle bocche cucite. La scorsa notte, libero e ubriaco, a suon di calci ha scaraventato a terra 19 motocicli, 5 moto e 14 motorini, ribaltato ben 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica. E quando sono arrivati i carabinieri dapprima ha tentato di fuggire e poi a calci e pugni si è scagliato contro i militari.




Protagonista dello spiacevole episodio un palestinese di 31 anni, con precedenti ed irregolare sul territorio italiano, è stato arrestato per danneggiamento continuato, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. L'episodio è avvenuto la scorsa notte, quando l'equipaggio di una «gazzella» in transito in viale Guglielmo Marconi ha sorpreso l'uomo mentre stava prendendo a calci 5 moto che aveva, da poco, scaraventato a terra all'angolo con via Pietro Blaserna. I carabinieri hanno dovuto faticare non poco per immobilizzare il ragazzo che, dopo aver tentato invano di fuggire, ha anche opposto una violenta resistenza all'arresto scagliandosi contro gli uomini dell'Arma.



Grazie ad alcune testimonianze raccolte sul posto, i militari hanno eseguito un'ispezione nella zona constatando che il cittadino palestinese, prima di prendersela con le moto, aveva buttato a terra e ribaltato in strada 16 bidoni dei rifiuti in ghisa e altri 14 motocicli. Non contento, aveva anche danneggiato in più parti alcune centraline della rete elettrica. Il 31enne è stato ammanettato dai carabinieri e portato in caserma, in attesa di essere sottoposto al rito direttissimo.
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Il Messaggero