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I turisti riempiono Roma. Il caldo avvolge la città in una cappa asfissiante. E tra ristoranti, pizzerie, bar, non si può fare cilecca altrimenti una recensione negativa sui social è assicurata. E può stroncare un’attività. Per questo le stime dello spreco di cibo danno alla Capitale e al Lazio la maglia nera. Secondo uno studio di Demoskopica saranno 16,3 milioni le presenze previste per quest’estate. E i locali getteranno via 2.964 tonnellate di cibo. La stima è della App Too good to go che permette di acquistare (a un prezzo ridotto) i cibi prossimi alla scadenza o che le attività commerciali sarebbero pronte a buttare perché a fine giornata e dunque pronte a uscire dal circuito commerciale.
IL BOOM
L’aumento delle presenze di turisti italiani e internazionali nelle principali località della penisola sta avendo un impatto importante sulle quantità di cibo potenzialmente sprecato nel corso dell’estate.
Per lo studio messo a punto dalla App la situazione più critica è in due Regioni, il Lazio e la Toscana, che puntano a chiudere il 2023 rispettivamente con 33,8 milioni e 49,8 milioni di presenze di visitatori. In termini di spreco alimentare, ciò si traduce in un potenziale dispendio di circa 15 mila tonnellate di cibo. Per far fronte a queste previsioni, Too good to go vuole incoraggiare gli utenti delle città di Roma e Firenze a contrastare lo spreco di cibo, lanciando una vera e propria sfida per l’estate 2023: a fronte di circa 69 mila pasti salvati nella Capitale nei mesi di luglio e agosto dello scorso anno, la piattaforma punta a salvarne ora 75 mila. Da gennaio 2023, infatti, i pasti salvati a Roma sono stati 335.000, per un totale di 837.500 kg di anidride carbonica evitate.
I CONSUMI
Il gran caldo di questi giorni sta aumentando i consumi di frutta e verdura anche a Roma e nel Lazio e in qualche supermercato (complici anche il maltempo degli scorsi mesi e i cambiamenti climatici) iniziano a scarseggiare alcune varietà. Secondo un’analisi di Coldiretti la crescita è intorno al 20 per cento: aumentano la sensazione di sete e la voglia di refrigerio. Per questo, oltre a bevande fresche, si fa incetta di pesche, albicocche, meloni, cetrioli, pomodori e insalate, oltre agli immancabili cocomeri, venduti interi o a fette. L’elaborazione che Coldiretti ha fatto sulla base dei dati Istat ha accertato che in media per il prezzo della frutta si è registrato un aumento del 7,8% a giugno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. E per la verdura c’è stata una vera e propria impennata: i prezzi sono cresciuti del 17,4%.
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