Chiude l'Ex Dogana, addio movida: e a San Lorenzo arriva un ostello

Dopo mesi di scontri nelle aule di giustizia, ricorsi, appelli social, si chiude, stavolta in via definitiva, l’ultimo capitolo della tormentata vicenda relativa...

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Dopo mesi di scontri nelle aule di giustizia, ricorsi, appelli social, si chiude, stavolta in via definitiva, l’ultimo capitolo della tormentata vicenda relativa all’Ex Dogana. Una fine che adesso potrebbe anche rappresentare l’inizio di una svolta per un quadrante, quello di San Lorenzo, che era stato segnato, a partire dal 2015, da questo polo del divertimento notturno, in grado di attrarre un milione di persone (nel 2018), oltre ad un migliaio di artisti provenienti da tutto il mondo.


A scrivere la parola fine è stato il tribunale di Roma, lo scorso 25 marzo, revocando una precedente sospensiva dell’esecutività dell’ordinanza di rilascio in favore di Residenziale immobiliare, proprietaria dell’area (e di cui è socio di maggioranza Cassa Depositi e Prestiti). Ora si apre la nuova fase, con la nascita, all’interno dei 24mila metri quadrati, di un ostello firmato dagli olandesi di TSH (The Student Hotel). Quasi 500 stanze, per un investimento di 90 milioni di euro. Il contratto tra Cdp e l’azienda di Amsterdam è in via di definizione anche se, secondo quanto è trapelato nei giorni scorsi, avrebbe persino rischiato di saltare proprio per i ricorsi avanzati dagli affittuari dell’Ex Dogana. Uno stop che avrebbe compromesso il processo di riqualificazione di via dello Scalo di San Lorenzo.

IL VIA NEL 2015
E’ una vicenda lunga e accidentata, che inizia nel 2015, quando si stabilisce il primo contatto (e contratto) ufficiale tra Residenziale immobiliare e i 4 soci dietro alle società che avevano ottenuto in affitto l’Ex Dogana (la Mondo Mostre, che avrebbe a sua volta subaffittato a Spazio Temporaneo). Di permesso in permesso, ecco l’ultimo atto: il contratto che scade agli inizi di gennaio. Dovrebbe essere la fine, ma la Spazio Temporaneo punta a sospendere lo sfratto. Viene lanciato un sondaggio su Facebook, per chiedere ai residenti cosa sarebbe meglio fare di quell’area. Ma la legge è altro, ci sono 90 milioni (oltre a 4 di oneri di urbanizzazione per il Comune) che attendono di cambiare il volto di questo spicchio di Roma, al centro di numerose polemiche per i decibel sparati dalle casse di questo polo dell’intrattenimento notturno. Proteste e denunce, da parte dei cittadini, esasperati di fronte alle notti insonni. Con i subaffittuari di Ex Dogana che, fino all’ultimo, hanno cercato di correre ai ripari: «Abbiamo commesso degli errori – è il mea culpa di uno dei soci, Sergio Maria Ortolani – Abbiamo sbagliato la posizione del palco e abbiamo dato fastidio alle persone, ma alla fine siamo riusciti ad azzerare i rumori». L’ultima serata, con un pubblico degno di rispetto, è stata la notte di Capodanno. Da allora solo eventi minori. Il futuro della società che aveva affittato l’area è già delineato: «Una parte si è già trasferita in via di Portonaccio, con “Cielo Terra 23” - dice ancora Ortolani – ma lanceremo altri spazi. Uno a Roma Sud, nell’area dei grandi magazzini». «Abbiamo investito in 4 anni tre milioni di euro – dice Ortolani – e certamente avremmo preferito un epilogo diverso». Gli olandesi, da parte loro, hanno le idee chiare e i rendering dei progetti relativi all’ostello anticipano una rivoluzione per questa area. 
 
BONIFICA E LAVORI

Prima della consegna ufficiale dell’edificio, bisognerà procedere ad una bonifica e verifica strutturale. Difficilmente i lavori potranno partire prima dell’estate anche se l’obiettivo – annunciato sul sito di TSH – è quello di completarli per il 2020. «In obbedienza ai propri principi di legalità – fanno sapere gli affittuari – abbiamo formalmente comunicato la nostra disponibilità ad una immediata riconsegna spontanea del compendio immobiliare». E adesso San Lorenzo aspetta (e spera) in una nuova fase, che consenta di arrivare un processo di riqualificazione atteso da troppo tempo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero