Roma, allarme Chikungunya: «Io e mio figlio colpiti dal virus: nel mio quartiere siamo in 20 ma nessuno ne parla»

«Ho contratto la Chikungunya sotto casa a Roma. Stessa sorte ha avuto mio figlio di 18 anni. Vivo a via Gallia, a Porta Metronia. Qui la zanzara ha colpito almeno 20...

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«Ho contratto la Chikungunya sotto casa a Roma. Stessa sorte ha avuto mio figlio di 18 anni. Vivo a via Gallia, a Porta Metronia. Qui la zanzara ha colpito almeno 20 persone, ma nessuno ne parla». Torna l'incubo Chikungunya nella capitale. Spuntano nuove vittime della zanzara tigre che ha colpito soprattutto il Lazio.

 
Silvia Mosseri, 48 anni, consulente romana, denuncia di avere contratto il virus lo scorso 13 settembre. E con lei tra fine agosto e i primi di settembre ci sarebbero decine di persone colpite: tutte residenti nello stesso quartiere al centro di Roma . «Una situazione che - denuncia Silvia - non è mai stata resa nota».

«La notte del 13 settembre - racconta - mi sono svegliata con la febbre altissima. Avevo dolori molto forti alle articolazioni. Ho chiamato la guardia medica che mi ha consigliato di prendere anti-dolorifici. Per fortuna non ho assunto medicinali: la combinazione tra anti-dolorifici e Chikungunya infatti può creare anche un'emorrargia interna, ma nessuno ancora immaginava che avevo contratto il virus».

Dopo due giorni la situazione precipita. «La mattina del 15 settembre mi sono svegliata praticamente paralizzata: non riuscivo a muovere braccia e gambe, mi si erano gonfiati i piedi e una mano. A quel punto sono corsa al San Giovanni dove, visti i sintomi, mi hanno consigliato di andare immediatamente allo Spallanzani perché quasi sicuramente ero stata colpita dal virus». E lì arriva la diagnosi: «Infezione da virus Chikungunya».

«Vengo ricoverata fino al 19, ma dopo due giorni mio figlio di 18 anni accusa gli stessi sintomi». E torna l'incubo. La zanzara killer ha colpito anche lui. Ma non solo: «Vengo a sapere che nel mio palazzo ci sono stati 4 casi, 8 nel palazzo vicino, altri nel circolo sportivo Tennis Roma di via Ipponio». Com'è possibile che tra gli abitanti del quartiere nessuno sapesse niente? «Perché nessuno ha avvisato la popolazione di zona del pericolo che incombeva - si chiede - emettendo linee guida preventive, soprattutto per anziani, immunodepressi, neonati  e consigli su come comportarsi in situazioni sospette?».

Oggi, dopo un mese, Silvia ha ancora difficoltà a camminare. Nonostante tutto è andata, di portone in portone, ad avvisare le persone sul rischio della zanzara e su quali prodotti antizanzare utilizzare. «L'ho fatto per una questione di coscienza. Siamo certi che siano state messe in atto disinfestazioni efficaci nei tempi giusti e con prodotti adeguati? È vero che ad aprile, con l'intento di salvaguardare l'ambiente, sono state fatte disinfestazioni con prodotti biologici? Sono in grado di raggiungere l'obiettivo di liberare la città da zanzare pericolose?».


«Non riesco ancora a lavorare, a viaggiare - racconta Silvia -  Questo virus è tosto. Ma le persone non si devono spaventare. Però devono essere informate sui rischi e le cure, per il loro bene. Spesso si tende a parlare di numeri, a minimizzare, in fondo a Roma si è trattato di pochi casi su quasi tre milioni di abitanti. Però dietro i numeri ci sono le persone. E ci siamo anche noi. Ed è bene saperlo: a Roma esiste la Chikungunya». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero