Un applauso lungo e liberatorio. Non capita tutti i giorni, nell'“alveare” del Tribunale di Roma, che un processo venga seguito con tanta emozione e tanta partecipazione....
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L'aula dove il giudice Giacomo Ebner ha pronunciato la sentenza è nell'edificio A del complesso di piazzale Clodio. Lunghi corridoi, illuminazione da sempre un po' scarsa, aria vagamente lugubre. Ieri, per una volta, e nonostante il dolore grandissimo che tuttora avvolge la vicenda - la Insidisoo probabilmente non tornerà mai come prima - si sono viste facce “soddisfatte”. Arrabbiate. Ma soddisfatte. «Tra tante cose che si sentono - diceva una donna parlottando con un'amica - si è portati a non credere nella Giustizia. Ma la Giustizia questa volta è arrivata implacabile: veloce, senza sconti, senza discussioni: vent'anni a un bastardo. Pena esemplare».
Il pubblico ministero che ha sostenuto l'accusa, Elena Neri, era anche lei visibilmente soddisfatta. Quando è scattato l'applauso si è visto, quasi percepito, che il magistrato - la Neri - sentiva di aver portato a termine un lavoro nel nome e per conto del popolo italiano. Dietro al banco dell'accusa, c'erano gli amici e i conoscenti della famiglia Insidioso, tutti venuti da Casal Bernocchi, nell'estrema periferia sud, per sentirsi dire dalla Legge “in persona” che Maurizio Falcioni è un colpevole e che non merita sconti. «Chiara non sarà più come prima - ha detto il papà - abbracciando gli amici che si stavano commuovendo con lui - ma la Giustizia ha fatto il suo lavoro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero