«Diamo una casa a Chiara», appelli e petizioni per la giovane massacrata dall'ex

«Diamo una casa a Chiara», appelli e petizioni per la giovane massacrata dall'ex
Chiara a volte muove il pollice, la guancia, sorride. Ci sta. Tutto ora però potrebbe andare in fumo, per questo un hashtag «#Una casa per Chiara» ha invaso la...

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Chiara a volte muove il pollice, la guancia, sorride. Ci sta. Tutto ora però potrebbe andare in fumo, per questo un hashtag «#Una casa per Chiara» ha invaso la rete. L'appello della petizione è on line sulla piattaforma Change.org ma non è il solo lanciato nel giorno della visita del presidente Mattarella e del ministro Lorenzin alla clinica Santa Lucia, struttura riabilitativa che ospita la giovane massacrata dal compagno Maurizio Falcioni due anni fa. L'ha lanciato Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, è rivolto a Mattarella, Renzi, Lorenzin e Zingaretti. Chiara Insidioso Monda «è una delle poche donne sopravvissute al femminicidio in una condizione di grave danno fisico e psichico, un caso che lo Stato non può ignorare ma su cui ha l'obbligo di intervenire con una compensazione economica che le garantisca un accesso agevolato a forme di assistenza». Tra 20 giorni dovrà lasciare la struttura dove ha fatto tanti passi avanti, per trasferirsi in un casa di cura altrettanto all'avanguardia ma che ospita anziani terminali con un livello di coscienza minore rispetto al suo. Dopo tanta fatica, potrebbe regredire, veder compromesso il suo difficile percorso.

«Ci sentiamo abbandonati - ripete il padre Maurizio - ci aspettavamo un sostegno visto che i medici ritengono che per Chiara la soluzione migliore sia la casa. Ma da noi non entra neanche la carrozzella in ascensore. E siamo in affitto, le cure costano. La struttura dove sarà trasferita ha tutto il mio rispetto, doveva andarci già 7 mesi fa poi ha fatto dei miglioramenti, non sta più con la bocca aperta a guardare il soffitto. Temo solo che possa fare passi indietro a livello medico, non potrà usufruire delle terapie che le hanno permesso progressi». La consigliera regionale Sel Marta Bonafoni ha sottoscritto la petizione «chiedendo al Governo di mettere in campo misure economico-legislative per assicurare condizioni di vita e di cura adeguati».
 

L'INCONTRO

Il ministro ha incontrato brevemente il papà, «le ho presentato Chiara, spiegato la situazione, ne ha preso atto niente più. Avrà un incontro con il direttore sanitario in cui si parlerà anche di lei». Il futuro delle persone che escono dai centri di riabilitazione altamente specializzati «è un dramma da risolvere» ha detto Lorenzin. Anche l'Associazione NonSoloChiara onlus e il Salvamamme ha lanciato una campagna di raccolta fondi: chiede a ogni deputato e senatore 100 euro anticipato dal proprio gruppo: pari a 94.500 euro. Il consiglio del I Municipio chiede al Comune di attivarsi per «intraprendere iniziativE per l'utilizzo sociale dei beni sottratti alla criminalità a favore dell'apertura di nuove case di semiautonomia e rifugio per donne vittime di violenza».

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Il Messaggero