Rifiuti, Marino "riapre" impianti di Cerroni sotto inchiesta per evitare. Provvedimento valido solo tre mesi

Impianto di Malagrotta
Un’ordinanza, firmata dal sindaco Ignazio Marino, per sventare l’emergenza sanitaria. Non c’era altra strada per evitare che il 70 per cento dei rifiuti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un’ordinanza, firmata dal sindaco Ignazio Marino, per sventare l’emergenza sanitaria. Non c’era altra strada per evitare che il 70 per cento dei rifiuti indifferenziati prodotti a Roma, circa 2.000 tonnellate al giorno, restasse per strada. Nel provvedimento, firmato ieri sera alle 19.45, si dice ad Ama di continuare a portare i rifiuti nei due impianti di trattamento di Malagrotta e nel tritovagliatore di Rocca Cencia, tutti di Cerroni, «per il tempo strettamente necessario alla individuazione di una differente soluzione»: tre mesi. L’ordinanza viene definita «urgente». Resta l’ipotesi che si vada a un commissariamento degli impianti. Ma prima sarà necessario che il nuovo governo nomini un commissario per l’emergenza rifiuti a Roma.




LE TAPPE

La grande emergenza è cominciata il giorno in cui la procura della Repubblica, nel corso di un’inchiesta sulla gestione dei rifiuti, ha arrestato Manlio Cerroni e i vertici della Colari. Dopo decenni di dipendenza dal Supremo, i nodi sono venuti al pettine. Il 13 febbraio il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, scrive una lettera all’Ama: in base al codice antimafia del 2011 una società pubblica non può avere rapporti con la Colari. Ama risponde spiegando: ma se non portiamo 2.000 tonnellate di rifiuti al giorno nei due impianti di trattamento meccanico biologico di Malagrotta e nel tritovagliatore di Rocca Cencia - tutti di proprietà di Colari dunque di Cerroni - sarà emergenza, resterà la spazzatura per strada, commetteremo un altro reato, interruzione di pubblico servizio. Da allora c’è uno stallo nella comunicazione tra prefettura e Ama.



LA TRATTATIVA

«Giovedì a mezzo stampa - dice Daniele Fortini, presidente di Ama - siamo venuti a conoscenza delle valutazioni del prefetto. Abbiamo informato il Campidoglio». Roma si scopre con le spalle al muro. Per una serie di motivi: quelle 2.000 tonnellate sono rifiuti tal quali, non possono essere trasportati nel nord Italia. Telefonate alla Regione, magari si può ricorrere all’aiuto dei tmb di altre province del Lazio. Doppio problema: serve il provvedimento di un commissario, che non c’è da quando Sottile ha terminato il mandato. Bisognerà attendere che il nuovo ministro dell’Ambiente, Galletti, ne nomini un altro. Non solo: i tmb di Viterbo e Latina fanno capo a società legate a Cerroni. L’ordinanza è una soluzione che va bene anche a Pecoraro, ed è stata firmata ieri alle 19.45 per evitare che la Capitale precipitasse in un’emergenza sanitaria, ambientale e di immagine. È stata anche convocata una conferenza di servizi.



SEMPRE A RISCHIO

Daniele Fortini, che ha lavorato a Napoli e dunque conosce bene questo tipo di problematica, dice: «Per ora stiamo tenendo, ma diciamocelo chiaramente: il sistema di Roma è molto fragile, gli impianti sono sotto stress e sono appena sufficienti. Basta che si guasti un nastro trasportatore, meccanismo assai delicato, perché, come avvenuto la settimana scorsa nel quadrante est, andiamo in sofferenza». E i rifiuti restano per strada. Giusto additare ritardi e inefficienze di Ama, ma la fragilità del sistema ha radici lontane e la sacrosanta chiusura della discarica di Malagrotta (che risolveva tutti i problemi, a caro prezzo anche per la salute dei cittadini di Valle Galeria) ora sta presentando il conto. Come dire: i patti con il diavolo prima o poi si pagano. Colari intanto ha fatto ricorso al Tar contro l’interdittiva.


Ma Roma - che la prossima settimana assegnerà l’appalto per il trasporto dei rifiuti già trattati in altre regioni - quando uscirà dal labirinto, dalla dipendenza di pochi impianti? Fortini: «La percentuale della raccolta differenziata sta attorno al 40 per cento. Entro fine anno dobbiamo portarla al 50, solo così eviteremo di essere ogni giorno a rischio. Prima dell’estate la differenziata spinta partirà in due nuovi municipi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero