Sono accuse pesanti quelle contro l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Non solo per aver firmato l’autorizzazione per il termovalorizzatore di Albano, firma che...
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«Noi stiamo alla provincia» Arcangelo Spagnoli, uomo di Cerroni alla struttura commissariale ai rifiuti (deceduto, è l’unico a cui la Gdf abbia trovato versamenti all’estero per 3 milioni di euro) ne parla lungamente a telefono, nell’aprile 2008, con il direttore dell’Arpa Fabio Ermolli: «Eh adesso niente, Alemanno farà la giunta…noi stiamo alla provincia (allora guidata da Nicola Zingaretti, ndr) e qua al nazionale c’è Berlusconi. Bisogna inventarsi altri giochi di squadra, i punti di riferimento sono saltati».
«Noi siamo a pranzo» Il problema è appunto la Regione, dove Cerroni vuole poter contare su Di Carlo. Il 22 giugno, incontra Giovanni Hermanin, allora presidente dell’Ama e poi chiama Di Carlo: «Ho parlato con Giovanni e si è messo in moto, attraverso gli amici suoi». Il 27 giugno 2008 Cerroni ottiene un pranzo riservato con Marrazzo. Lo incontra a Villa Piccolomini, sede di rappresentanza della Regione. Praticamente in diretta chiama Di Carlo: «Io sono qui in giro, sto andando alla colazione con Marrazzo, a Villa Piccolomini». L’accordo sembra fatto e invece ad agosto ancora nulla, la vera nomina non arriverà mai, tanto che l’imprenditore chiama il presidente del consiglio regionale Guido Milana: «Mi aveva detto che gli dava quest’incarico, senno che cazzo sta a fare questo?». Le minacce si fanno sentire anche su Alemanno. Nel dicembre 2008, l’imprenditore chiama un consigliere regionale: «Ad Alemanno gli dici: guarda sta volta questo vi leva la pelle». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero