L’imbeccata è diretta: «Sai di questa Amanda Knox? Ha scritto un libro con un contratto di pubblicazione da quattro milioni di dollari». E' il cinque...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Roma, Cerciello, l’americano con Brugiatelli: spunta la foto che riscrive la nottata
Delitto Cerciello, i carabinieri: «Mostrammo i distintivi agli americani prima di intervenire»
L’ESEMPIO
E forse per questo la donna spera che la sua vicenda sia da ispirazione per il figlio. Magari per un nuovo bestseller che sistemi le casse di famiglia: «Ci sono modi per cercare di mantenerti più sereno. Sai di questa Amanda Knox, conosci un po’ quella storia? Fu rilasciata dal carcere dopo un paio di processi qui e alla fine ha scritto un libro, ha scritto un libro con un contratto di pubblicazione da quattro milioni di dollari». Il racconto di Leah entra nei dettagli: «I carcerati italiani le strappavano gli appunti, gli altri carcerati, per invidia, e lei li riscriveva. Così quando è uscita aveva materiale per un libro». Elder non sa di chi stia parlando: «Ma è stata accusata di?». E in poche parole Leah riassume il caso: «Aveva vissuto per un po’, a Perugia, era una studentessa americana che faceva uno scambio universitario, e aveva una coinquilina che era inglese, una ragazza.
I SOGNI
Nei due incontri in carcere, il 5 e il 6 settembre, c’è spazio per i sogni di infanzia: «Ti ricordi quando volevi fare il poliziotto?». E per le speranze: «Non so quando uscirò, forse intorno ai 25 anni». Più volte i toni del dialogo, la cui traduzione è stata al centro di una nuova perizia disposta dalla Corte d’Assise, si fanno drammatici: «Ho un album di fotografie tue che porto sempre con me e quella luce non era sparita dai tuoi occhi – finché non hai iniziato con la droga». Cocaina, Erba e Molly, una varietà di MDMA. La donna contesta al figlio l’abuso di stupefacenti: «Perché? Perché, perché, perché la droga? Perché? Perché? Perché?». Elder la rassicura: «Ho smesso con le droghe pesanti». E accusa Gabriel Natale Hjorth per l’acquisto della cocaina la notte dell’omicidio: «La voleva il mio amico. Io non la volevo. Non mi interessava». Nei suoi confronti, la stima è minima: «È scemo. Lo sanno tutti». L’unica preoccupazione per Elder sembra quella di tornare al più presto negli Stati Uniti, anche a costo di essere arruolato dai suprematisti bianchi in carcere: «Non mi importa della Fratellanza Ariana». Nelle parole del giovane non c’è spazio per il pentimento: «Sono venuto fin qui per cercare di essere una persona migliore. E ora sono il cattivo». L’omicidio del vicebrigadiere Cerciello sarebbe stata solo una fatalità: «quella notte, non è stata colpa mia. La mia vita è stata tutta una sfortuna», afferma Elder, che accusa nuovamente le forze dell’ordine: «A notte fonda, senza mostrare un distintivo, senza fare nulla per qualificarsi come poliziotto». Il giovane confida alla madre di voler cambiare generalità: «Pensavo a Xavier. È l’unica cosa che mi collega a questo caso: il nostro cognome». E immagina già nuove mete da visitare: «Forse in Russia, o in Germania. La Russia è fichissima. Sì, be’, di sicuro non viaggerò più con un coltello». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero