Non lo abbiamo riconosciuto», così Andrea Varriale, il carabiniere che la notte del 26 luglio 2019 era in servizio con Mario Cerciello Rega si era giustificato a...
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L'uccisione del brigadiere Cerciello, nuova perizia sulle traduzioni dei due americani
Delitto Cerciello, processo al via: udienza subito sospesa
La serata era cominciata a Trastevere intorno alle 21, quando quattro carabinieri fuori servizio avevano fatto un piccolo blitz: Natale stava con,trattando l’acquisto di cocaina non sapendo che gli sarebbe stata vendita solo un’aspirina, Finnegan aspettava l’arrivo dell’amico e si era trovato in mezzo ai carabinieri. Erano fuggiti portando via lo zaino di Brugiatelli, ma intanto i quattro militari fuori servizio intervenuti a Trastevere, prima di chiedere l’intervento di Varriale e Cerciello, avevano mandato agli stessi due colleghi una fotografia della piazza della droga che immortalava Sergio Brugiatelli, l’uomo che avrebbe portato i due militari all’appuntamento con i ragazzi americani e al recupero dello zainetto-Accanto a lui Hjorth. La circostanza era nota, ma adesso, nel processo a porte chiuse, Francesco Petrelli e Fabio Alonzi, che difendono Hjoirth e, Renato Borzone e Roberto Capra, avvocati di Finnegan, accusati di omicidio volontario aggravato chiederanno come sia possibile che i due militari si siano prestati per recuperare lo zaino di un uomo che poco prima era pedinato dai loto colleghi. Varriale ha già risposto alla domanda,
Per le difese, invece, questa circostanza confermerebbe che la storia dello scorso 26 luglio finita con la morte di Cerciello è diversa da quella raccontata dalla procura. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero