Roma, Castel Sant'Angelo oltraggiato: i muraglioni diventano una latrina per 11 vandali

Jeans, felpa, capelli corti. Tutti con la medesima urgenza nello stesso momento e tutti affascinati dalla trovata di usare i muraglioni come immensa latrina. Così, sabato...

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Jeans, felpa, capelli corti. Tutti con la medesima urgenza nello stesso momento e tutti affascinati dalla trovata di usare i muraglioni come immensa latrina. Così, sabato alle 17 circa, sulla banchina all'altezza di Castel Sant'Angelo, undici ragazzi, giovani ma non giovanissimi, aiutati probabilmente da qualche birra di troppo, hanno abbassato zip e boxer per urinare tutti insieme, uno accanto all'altro in fila ordinata, sollecitati dal bisogno ma forse, come dimostrano gli sguardi, più che altro divertiti dall'idea di mettere in scena quell'improvvisato «pee mob» a cielo aperto, nel pieno di un pomeriggio affollato, sotto occhi e flash di romani e turisti, che non hanno mancato di fermarsi a guardare. Alcuni, dopo averli fotografati, hanno lanciato la loro disperata denuncia, invocando l'attenzione del Campidoglio. Altri hanno immortalato la scena come souvenir da mostrare agli amici e, chissà, magari emulare, la prossima volta più numerosi, perché la maleducazione si attacca - si vede - l'educazione, a quanto pare, purtroppo no. O più semplicemente, la bruttezza è facile da portare in scena, per la bellezza occorre il talento, che non è quello di inventarsi un wc dove non c'è.

 

Così, a riflettori ancora accesi sul fregio che William Kentridge ha realizzato sui muraglioni tra ponte Sisto e ponte Mazzini - «Triumphs and Laments», riflessione su luci e ombre della storia di Roma - la città ha lasciato, poco distante, un altro segno, l'ennesimo, della sua decadenza. Poco importa se i ragazzi fossero romani o turisti, a contare è che la bravata, fatta sotto gli sguardi di tutti si è rivelata in realtà portata a segno sotto gli occhi di nessuno. Nessun controllo, nessun fischio, nessuna multa. Solo qualche scatto e video che potrebbero arrivare sui social. Alcuni insulti, alcuni cori, in quel misto di urla e fischi che rende difficile fare la differenza tra ammirazione e condanna, sdegno e perfino invidia per l'idea. Così Roma, a poche ore dalle celebrazioni per il suo Natale, tra sfilate e cerimonie, ha già dimenticato i trionfi per tornare a contare i motivi di lamento. Urbe eterna, Capitale del non-rispetto.
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Il Messaggero