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La prossima settimana verrà presentata una mozione in Città Metropolitana per proporre il patto di falda sul lago di Castel Gandolfo, uno strumento che riesca ad arginare le tante criticità che vive un bacino di spettacolare bellezza, alle porte di Roma e che nonostante sia privo di una programmazione turistica alla pari con altri laghi italiani, continua a registrare un'altissima frequentazione di romani (il boom la scorsa estate) e turisti italiani e stranieri. A darne anticipazione a Il Messaggero è stato il consigliere regionale Valerio Novelli, presidente della commissione Ambiente e Agricoltura. Questo strumento che contempla anche il lago di Nemi agevolerà una rete di tutela e salvaguardia del patrimonio naturalistico rappresentato dai due bacini.
"La mozione che presentiamo sia io che il consigliere Marco Tellaroli - dice il consigliere metropolitano e sindaco di Marino Carlo Colizza - è finalizzata a costruire uno strumento di programmazione strategica e negoziata ad adesione volontaria per poter perseguire la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche contribuendo allo sviluppo locale. Per questo motivo il Comitato promotore per un Contratto di Falda Lago Albano e Nemi ha redatto una proposta di manifesto di intenti che portiamo in consiglio metropolitano per l'approvazione. Come sindaco di Marino ho già aderito perché sono sicuro che sia un primo passo per la tutela dei nostri territori".
Soddisfazione viene espressa da Massimo Gargano, Direttore Generale dell'ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica) per una proposta moderna, utile al governo condiviso della risorsa acqua e che fa della partecipazione dei soggetti del territorio il suo punto di forza. "ANBI - dice Gargano - che siede al Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, è pronta a sostenere tecnicamente ed organizzativamente l'iniziativa.
Prossimamente ci saranno altre novità e iniziative che riguardano in particolare il lago di Castel Gandolfo e che serviranno a valorizzare il territorio.
INCENDIO AL VILLAGGIO DELLE MACINE
Tra l'altro, ci vuole una inversione di marcia. E' ormai visibile lo stato di abbandono e di assenza di programmazione di una manutenzione straordinaria del lago di Castel Gastel Gandolfo che continua a causare danni, alcuni purtroppo che rischiano di diventare irreversibili. L'ultimo, qualche giorno fa, ha riguardato un incendio che si è verificato proprio vicino l'antico Villaggio delle Macine, risalente all'età del Bronzo ricadente nel Parco regionale dei Castelli Romani, che si trova proprio sul lungolago e che è considerato il più grande villaggio palafitticolo d'Italia. Le fiamme hanno trovato "terreno feritile" a causa delle tante sterpaglie e vegetazione selvaggia che si trova tutto intorno. In altri paesi, ricchezze storico archeologiche e patrimoni naturalistici del genere, vengono valorizzati e messi a regime come attrattiva turistico - culturale.
LE TRIBUNE, UN DEGRADO "ANNI '60"
Intanto l'Amministrazione Monachesi pensa anche al rilancio sebbene le difficoltà siano davvero moltissime. Di recente, si è tenuta nell’area delle tribune olimpiche a bordo lago un’importante riunione per mettere in campo e concretizzare al più presto un progetto di riqualificazione urbanistica e recupero delle strutture che 60 anni fa furono il fulcro delle gare di canottaggio delle Olimpiadi di Roma che si svolsero sulle acque del Lago Albano.
All’incontro, presenti tutti i protagonisti che insieme daranno avvio a questa progettazione di riqualificazione urbana: la Regione Lazio con la consigliera del Partito Democratico Michela Di Biase, il sindaco Milvia Monachesi, l’assessore comunale all’urbanistica Cristiano Bavaro, l’assessore comunale al Demanio e patrimonio Alberto De Angelis, Roberto Tavani delegato allo Sport della Presidenza della Regione Lazio, Luciano Buonfiglio Presidente della Federazione Italiana Canoa Kayak e Gennaro Cirillo, atleta olimpico e dirigente federale della Canoa e Kayak. “Un primo passo - commenta l'assessore comunale Bavaro - per il rilancio di Castel Gandolfo e di una delle sue aree che sono entrate nella storia locale e dello sport nazionale e internazionale, grazie alla grande vetrina che nel 1960 portò qui a gareggiare atleti da tutto il mondo per le Olimpiadi di Roma. Da oggi possiamo guardare in avanti, lavorando fianco a fianco con la Regione, il Coni la Fick e le realtà sportive del nostro territorio per progettare insieme il rilancio di questa area delle tribune e della torre di gara come volano per lo sport olimpico e paraolimpico e di tutto il settore culturale e turistico della nostra città e del nostro territorio castellano”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero