Castel Gandolfo, lumachine nel lago: due casi di “dermatite del nuotatore”. Ecco cosa fare

Lago di Castel Gandolfo
Prelievi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio al lago di Castel Gandolfo, questa mattina, dopo un paio di casi di lieve dermatite pruriginosa che hanno...

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Prelievi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio al lago di Castel Gandolfo, questa mattina, dopo un paio di casi di lieve dermatite pruriginosa che hanno riportato alcuni bagnanti. L’amministrazione di Milvia Monachesi si è subito attivata per capire di che natura sia il problema e contattato il centro specialistico.


Si attendono ora i risultati ufficiali ma già i sanitari hanno detto che si tratta della cosiddetta "dermatite del nuotatore" causata da una concentrazione nell’acqua di lumachine di lago. Sono questi animaletti che causano il fastidioso prurito. Un problema, in realtà, che si manifesta nei giorni maggiormente caldi e quando non c’è ricambio d’acqua o piogge frequenti. Il prurito e la manifestazione di dermatite cutanea è passeggera, non è contagiosa e non provoca danni alla salute. Questo fenomeno, finora, è stato maggiormente concentrato nel lago di Garda con diversi casi accertati.

Per evitare questo possibile inconveniente ci sono delle piccole precauzioni da prendere: “L’importante è applicare una crema di protezione solare resistente all’acqua – dicono dall’amministrazione nell’attesa di avere dati ufficiali -  e asciugarsi bene subito dopo aver fatto il bagno”. Se il prurito dovesse poi persistere, consigliano gli esperti dell’istituto zoo profilattico, basta un po’ di aceto e comunque un lavaggio accurato con il sapone.

L’eruzione cutanea può verificarsi fino a 48 ore dopo il bagno nel lago. I bambini sono più a rischio in quanto tendono a passare più tempo in acque poco profonde. Alcune persone sono più suscettibili al prurito del nuotatore di altre. Dunque sì ai bagni nello splendido lago di Castel Gandolfo e nessun allarmismo ma munirsi di crema idrorepellente e asciugarsi con cura.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero